L'alloro ciliegia, per molto tempo piantato come arbusto ornamentale, dietro la sua bellezza nasconde in realtà molte insidie e pericoli - sia per gli animali che per gli umani. Ecco perché la sua proliferazione è fortemente contrastata.
L’alloro ciliegia, per molto tempo piantato come arbusto ornamentale, dietro la sua bellezza nasconde in realtà molte insidie e pericoli – sia per gli animali che per gli umani. Ecco perché la sua proliferazione è fortemente contrastata.
L’alloro ciliegia (nome scientifico Prunus laurocerasus) è un meraviglioso albero, la cui altezza può arrivare fino a cinque metri, con lunghe foglie lucide e di forma ovale e bianchissimi fiori profumati, e produce bacche nere molto simili alle ciliegie. Cresce bene all’ombra e in luoghi freschi, e ha una buona resistenza al freddo e all’umidita e per questo è molto usato per la realizzazione di cespugli divisori e altri esempi di architettura botanica in città.
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L’albero deve il suo nome comune alla combinazione di alcune sue caratteristiche: da una parte, le foglie lucide e dalla forma ovale che ricordano quelle dell’alloro, dall’altra i frutti piccoli e scuri che assomigliano alle ciliegie (ma che non sono commestibili). È originario della Turchia e da lì è stato importato come pianta ornamentale. Ma la NABU (la lega tedesca per la tutela della natura) lancia l’allarme sulla sua presenza.
Nel passato c’è stata una vera e propria invasione di questi arbusti che, insieme ai rododendri (un’altra pianta esotica), hanno tolto il posto alle piante autoctone – denuncia l’ambientalista di NABU, Sönke Hofmann. – Ma non solo: con la scomparsa delle piante autoctone è venuto meno anche l’habitat naturale per gli insetti e gli uccelli. Infatti, se al minimo gli uccelli possono trovare un po’ di riparo fra le foglie dell’alloro ciliegia, certamente la pianta non fornisce loro nutrimento.
Insomma, chi coltiva un alloro ciliegia nel giardino della propria villetta mostra di non avere idea dell’effetto che questa pianta può avere sull’ecosistema circostante. Innanzitutto, questa pianta ha una crescita spesso difficile da controllare: deve essere regolarmente potato, altrimenti prolifera velocemente e raggiunge dimensioni spropositate. Essendo una pianta tossica, mangiarne anche solo poche foglie o qualche bacca espone al rischio di un severo avvelenamento: i frutti sembrano in apparenza dolci e gustosi e spesso vengono raccolti e mangiati da incauti bambini, che finiscono intossicati dalle sostanze tossiche presenti al loro interno.
Molto peggiore, tuttavia, è l’effetto sulla natura, perché in molte aree selvatiche questa pianta esotica ha progressivamente soppiantato le specie naturali autoctone, distruggendo così la biodiversità: la pessima abitudine, ora vietata dalla legge, di abbandonare gli arbusti nelle aree selvatiche ha portato alla diffusione eccessiva dell’alloro ciliegia: trattandosi di una pianta velenosa, non deve stupire se le sue foglie non hanno attirato l’attenzione degli animaletti che avrebbero potuto contribuire alla loro decomposizione.
Chi pianta un albero di alloro ciliegia, commette un crimine contro la natura – continua l’ambientalista senza mezzi termini. – Un muro in cemento armato dà un contributo maggiore dal punto di vista ecologico: su di esso, infatti, con il tempo crescono almeno licheni e muschio che possono rappresentare un importante anello della catena alimentare.
Fonte: Naturschutzbund Deutschland
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