Superbonus, si cambia ancora: d'ora in poi non sarà più possibile scegliere l’opzione dello sconto in fattura e della cessione del credito, fatta eccezione per gli interventi edilizi già avviati
Dal Governo è arrivata un’ulteriore stretta sul famigerato Superbonus. Ieri è stato approvato un decreto-legge che prevede lo stop ai crediti d’imposta relativi agli incentivi fiscali per gli enti territoriali, comprese la misura destinata ai lavori di ristrutturazione degli edifici al fine di migliorarne l’efficienza energetica.
Dall’entrata in vigore del decreto per i soggetti che effettuano queste spese non sarà più possibile optare neanche per il cosiddetto “sconto in fattura”.
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Stop a tutte le cessioni e all’acquisto dei crediti da parte di enti pubblici
Come chiarito dall’esecutivo, il provvedimento, però, si riferisce solo ai nuovi interventi edilizi, mentre quelli già avviati saranno esentati. Inoltre, non sarà più consentita la prima cessione dei crediti d’imposta relativi a specifiche categorie di spese; invece, resta inalterata la strada della detrazione degli importi corrispondenti.
Vengono quindi abrogate le norme che prevedevano la possibilità di cedere i crediti relativi a:
- spese per interventi di riqualificazione energetica e di interventi di ristrutturazione importante di primo livello (prestazione energetica) per le parti comuni degli edifici condominiali, con un importo dei lavori pari o superiore a 200.000 euro
- spese per interventi di riduzione del rischio sismico realizzati sulle parti comuni di edifici condominiali o realizzati nei comuni ricadenti nelle zone classificate a rischio sismico 1, 2 e 3, mediante demolizione e ricostruzione di interi edifici, eseguiti da imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare, che provvedano alla successiva alienazione dell’immobile.
Infine, il decreto introduce l il divieto per le pubbliche amministrazioni di essere cessionarie di crediti d’imposta relativi agli incentivi fiscali maturati con tali tipologie di intervento.
Per il Governo Meloni lo stop alla cessione dei crediti e allo sconto in fattura rappresenta un’azione necessaria per evitare “ulteriori danni al debito pubblico, alle imprese e alle banche”.
Come anticipato, la novità riguarda non soltanto il Superbonus 110%, ma anche gli altri incentivi fiscali nel settore edilizio, fra cui il bonus facciate, quello ristrutturazione e il sismabonus.
La notizia ha creato grande malcontento fra i cittadini e gli operatori del settore edilizio. Sulla vicenda è intervenuta anche l’associazione Legambiente.
La cancellazione della cessione del credito e dello sconto in fattura – commenta Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – è un grave errore. Con questa incomprensibile decisione il Governo Meloni stronca definitivamente l’unica politica di intervento per la riqualificazione del patrimonio edilizio e il raggiungimento degli obiettivi europei e l’unico strumento, straordinario e fondamentale, che ha permesso a migliaia di famiglie a basso reddito o che non avevano le condizioni economiche di riqualificare energeticamente la propria abitazione e ridurre i costi in bolletta, e alle imprese di riconvertire in modo strutturale l’attività edilizia in ottica di rigenerazione urbana senza consumare nuovo suolo.
Invece di risolvere i problemi legati ai crediti, che pur denunciamo da anni, il Governo “risolve il problema” attaccando famiglie e imprese. Di fatto con il Superbonus al 90% e senza più uno strumento pensato proprio per quei nuclei familiari che non hanno capacità di investimento, si riduce ai minimi termini uno strumento fondamentale. Anzi lo si destina soltanto alle famiglie ricche quelle che possono permettersi investimenti da 40mila euro in su.
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Fonte: Governo
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