Case green: approvata la direttiva dal Parlamento Ue, scopri cosa cambia per la tua abitazione

Via libera da parte del Parlamento europeo alla direttiva sulle case green: tutte le nuove regole per gli edifici residenziali e non e le deroghe previste

L’Europa è sempre più intenzionata a rivoluzionare il settore dell’edilizia in nome della sostenibilità. Qualche ora fa è arrivato l’ok dal Parlamento europeo nei confronti della proposta di revisione della direttiva che prevede l’obbligo di realizzare interventi di efficientamento energetico sugli immobili costruiti sul suolo dei vari Stati membri.

Il testo, approvato con 343 voti favorevoli, 216 contrari e 78 astensioni, include una serie di misure che hanno l’obiettivo di tagliare le emissioni inquinanti e il consumo di energia entro il 2030, nell’ottica di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.

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Cosa prevede la proposta

La cosidetta “direttiva case green” prevede che tutti gli edifici siano a emissioni zero dal 2028. Per quanto riguarda gli immobili pubblici la scadenza è, invece, fissata al 2026.

Inoltre, tutti gli edifici nuovi – nel caso in cui sia possibile sia dal punto di vista tecnico che economico – dovranno dotarsi di tecnologie solari entro il 2028, mentre quelli residenziali interessati da importanti lavoro di ristrutturazione il termine ultimo per adeguarsi è il 2032.

Sempre secondo la proposta appena approvata dal Parlamento europeo (nonostante la contrarietà della maggioranza italiana), gli edifici residenziali dovranno raggiungere come minimo la classe energetica E entro il 2030 e la D entro il 2033.

Per gli edifici non residenziali e quelli pubblici il raggiungimento delle stesse classi dovrà avvenire rispettivamente entro il 2027 (E) e il 2030 (D).

Quali edifici non saranno obbligati ad adeguarsi

Il testo prevede poi una serie di deroghe. La normativa, infatti, non si applica ai monumenti e i Paesi UE avranno la possibilità di escludere anche edifici protetti di interesse architettonico o storico, immobili tecnici, quelli utilizzati temporaneamente, chiese e altri luoghi di culto.

Inoltre, gli Stati membri potranno estendere le esenzioni anche a edifici di edilizia residenziale pubblica, nei casi in cui le ristrutturazioni comportino aumenti per gli affitti, non compensati dai risparmi sulle bollette energetiche.

È bene chiarire che la normativa non è ancora nella sua forma definitiva. A breve il sarà oggetto del negoziato finale tra Consiglio Ue e esecutivo europeo, prima di tornare in Plenaria. Insomma, la sua entrata in vigore non è ancora scontata e l’iter potrebbe rivelarsi più lungo del previsto, come avvenuto di recente con la trattativa europea sullo stop alle auto a benzina e diesel.

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Fonte: Parlamento Ue

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