La tua coltivazione di canapa rientra nei limiti di legge europei? Come ridurre il THC con questo servizio innovativo

Coltivando la canapa sativa light il grower è tenuto a rispettare non pochi obblighi per via del THC contenuto nella pianta stessa

Chi è coltivatore sa benissimo tutti gli oneri che prende in carico nel momento in cui decide di lavorare e di prendersi cura di un appezzamento di terra. Ma se oltre ai normali oneri ci fossero anche dei vincoli legali legati alla semente che si sceglie di piantare?

Coltivando la canapa sativa light il grower è tenuto a rispettare non pochi obblighi per via del THC contenuto nella pianta stessa. Il livello del Delta-9-tetraidrocannabinolo (THC), infatti, non deve mai superare la soglia dello 0,5 e, nel momento in cui il coltivatore decide di rendere commerciabile il proprio raccolto, il limite da rispettare è lo 0,2. (cfr. Fonte normativa)

La canapa sativa light ha dimostrato di avere diversi benefici, associati in particolare alla presenza tra i suoi principi attivi del cannabidiolo (CBD), una sostanza non psicoattiva che si trova in buona quantità in questa pianta.

Tale principio attivo della canapa, secondo ricerche scientifiche, vanta molte proprietà interessanti tra cui quella di agire positivamente contro l’ansia e l’insonnia (grazie al potere rilassante e distensivo), di avere effetti antinfiammatori e antiossidanti, di ridurre alcune problematiche della pelle e tanto altro.

Non a caso, il settore dei prodotti a base di canapa e ricchi di CBD (come l’olio) è prospero e la crescita è stimata di oltre il 30% l’anno, con un netto aumento anche in Italia.

In Italia, facciamo riferimento alla legge n.242/2016 che sostiene e promuove la coltivazione della canapa sativa light per ridurre l’impatto ambientale in agricoltura, il consumo dei suoli e come coltura da rotazione o come sostituta di colture eccedentarie. Il limite massimo di THC che il produttore è tenuto a osservare è, come già detto, lo 0,5, ma per rendere commerciabile la canapa necessita di un trattamento volto a ridurne il tenore.

A chi rivolgersi dunque?  

Gli esperti dell’Azienda Agricola Colornese, una giovane realtà nata nel 2018, offrono un innovativo servizio di trattamento per la riduzione del THC. Questo è reso possibile da una macchina d’avanguardia, in esclusiva europea, certificata e affidabile.

colornese greenMe

Come funziona il servizio? Basta inviare una piccola quantità del proprio raccolto, il team di specialisti si occuperà di effettuare le analisi in entrata all’interno del laboratorio di cui l’azienda dispone e, dopo il trattamento per la riduzione di THC, verranno effettuate nuove analisi per la verifica post lavorazione. Il tutto avviene in modo trasparente, in un ambiente sicuro e affidabile grazie all’uso di strumenti quali HPLC, della termobilancia impiegata per il controllo dell’umidità in entrata e in uscita che assicura, al termine del processo, un livello di umidità pari al 13%.

colornese greenMe

Il trattamento per riduzione del THC, per il quale occorrono circa 8/10 giorni lavorativi, comporta una perdita del peso totale pari al 15%-20%: risultato garantito e certificato. Inoltre, per una più ampia garanzia dei clienti di Colornese, l’intero processo produttivo è assicurato con primaria compagnia internazionale.

Se avete deciso solo ora di coltivare canapa e dovete partire da zero, vi sarà utile sapere che l’Azienda Agricola Colornese, può fornirvi anche un servizio di consulenza che comprende controllo del terreno, scelta delle varietà migliori da utilizzare e fornitura di piante allo stadio vegetativo più adatto. Nella prima delle tre sale indoor avviene la coltivazione in idroponica con innaffiamento a goccia. Ciò permette di ricreare l’habitat ideale per la pianta. La semente viene poggiata su un substrato di lana roccia e, grazie all’utilizzo di fertilizzanti organici e di nessun pesticida, alla temperatura controllata e all’utilizzo di luce cromatica, il risultato è certo.

L’Agricola Colornese è innovazione, ricerca e passione. L’azienda è solo al primo step: presto sarà in possesso delle certificazioni GACP e GMP e, soprattutto, si dedicherà ad implementare i propri processi produttivi volti all’estrazione del CBD in cristalli.

Un team formato da agronomi, genetisti, chimici pronti a dare il proprio contributo nella realizzazione di questo importante progetto e visto che si tratta di un mercato fiorente, perché non approfittarne?

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