Questo parco resiliente “accoglie” le inondazioni invece di combatterle con barriere di cemento

Yanweizhou Park, inaugurato nel 2014 nella città cinese di Jinhua, è un esempio di come gli spazi urbani possano riconciliarsi con la natura (e ottenere grandi benefici).

©Turenscape

La Cina è il paese più inquinante al mondo, responsabile di circa il 30% di tutte le emissioni di CO2 globali, eppure la sua politica orientata verso un’urbanistica sostenibile potrebbe essere presa come modello da tutte le grandi metropoli per affrontare le loro sfide per mitigare le conseguenze dei cambiamenti climatici. Un chiaro esempio di questa politica è il parco Yanweizhou nella città di Jinhua, dove si è riusciti a risolvere il problema delle inondazioni, riqualificando le aree urbane in totale sintonia con la natura.

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Jinhua ha un clima monsonico e ogni anno viene colpita da inondazioni. Il Yanweizhou Park è stato creato pensando ai fiumi che scorrono nel territorio, in modo che il loro flusso possa essere controllato ecologicamente. Oltre a “fare amicizia” con i corsi d’acqua e preservare la biodiversità della zona, il progetto ha abbattuto le barriere di protezione in cemento armato che c’erano e ha permesso ai suoi circa 5,5 milioni di cittadini di riprendersi i loro spazi comuni e riconnettersi con la natura.

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Un grande parco ecologico resiliente, realizzato con un sistema misto di terrazzamenti, vegetazione selezionata rispettando le condizioni climatiche del posto, argini, sentieri, percorsi allagabili e un ponte a serpentina. Il progetto, vincitore del premio World Landscape of the Year al World Architecture Festival 2015, ha dato alla città una nuova identità, rendendola acclamata per il suo paesaggio poetico.

L’architettura sostenibile di Kongjian Yu

©Turenscape/Facebook

Dietro questo meraviglioso progetto, c’è Kongjian Yu, un rinomato architetto paesaggista cinese esperto in pianificazione e design urbano sostenibile e fondatore dello studio Turenscape. I suoi progetti ambiziosi rompono gli schemi dell’urbanistica asiatica e cercano di bilanciare lo sviluppo accelerato delle città attraverso il rispetto dell’ambiente. (LEGGI anche: Le case degli Hobbits: dal cinema a modello per la bioarchitettura)

Nel corso della sua carriera ha vinto innumerevoli premi, l’ultimo è stato il Sir Geoffrey Jellicoe Award 2020 della Federazione Internazionale degli Architetti del Paesaggio (IFLA), premio che celebra un architetto paesaggista vivente i cui risultati e contributi hanno avuto un impatto unico e duraturo sul benessere della società e dell’ambiente e sulla promozione della professione dell’architettura del paesaggio.

Yu definisce l’architettura del paesaggio come l’arte della sopravvivenza. Per oltre 20 anni ha trascorso la sua carriera combattendo contro il deterioramento delle ecologie urbane e dell’ambiente. Le sue ricerche sono state adottate dal governo cinese come struttura per campagne di protezione ecologica e ricostruzione a livello nazionale.

Oltre al Yanweizhou Park, tra i suoi progetti più riconosciuti ci sono lo Shanghai Houtan Park, il Harbin Qunli Stormwater Park, il Qinhuangdao Red Ribbon Park, lo Zhongshan Shipyard Park, il Tianjin Quaoyuan Park, la Qian’an Sanlihe Greenway, il Quzhou Luming Park e il Sanya Mangrove Park.

Senza dubbio Kongjian Yu è uno degli architetti più influenti al mondo, il suo Yanweizhou Park ci dimostra come un rapporto rispettoso con la natura possa non solo riqualificare aree urbane, ma contribuire a risolvere alcuni problemi ambientali, mitigando anche le conseguenze dei cambiamenti climatici.

Secondo la Banca Mondiale, il 55% delle persone nel mondo vive nelle città e questa tendenza potrebbe aumentare dal momento che si calcola che nel 2050 la popolazione urbana raddoppierà: quasi 7 persone su 10 vivranno nelle zone urbane. Lo sviluppo sostenibile dipenderà sempre di più dalla corretta gestione della crescita urbana, per questo motivo progetti come questo sono delle preziose risorse.

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