Sono numerosi i progetti infatti che prevedono lo sviluppo verticale, negli spazi cittadini di colture. I due progetti più avanti sono la Vertical Farm e l'Agritettura, la fattoria verticale e l'architettura agricola.
New York centro del mondo, anche se il baricentro è sviluppato verso l’alto. Sono numerosi i progetti infatti che prevedono lo sviluppo verticale, all’interno della città, di giardini e colture. I due progetti più avanti sono la Vertical Farm e l’Agritecture, la fattoria verticale e l’agritettura.
In diversi hanno parlato e scritto di Vertical Farm, ma senza spiegare bene cosa sia, forse perché non si sa bene cosa sia. È un grattacielo ? Sì, anche. È una fattoria ? In parte. Ma soprattutto è qualsiasi abitazione, ufficio o luogo chiuso, con uno sviluppo verticale, e con degli occupanti che abbiano la pazienza di aspettare che dalla fase progettuale, si passi alla fase di realizzazione. In questo periodo i progetti sono tanti, tutti molto affascinanti, diversi senza fondamenta.
L’ideatore del vertical farming è Dickson Despommier, professore di Scienza della Salute ambientale alla Columbia University di New York, e lo sviluppo dell’idea è in realtà del 1999. Le sue stime sono che un palazzo grande come un isolato e alto 30 piani potrebbe sfamare tra le 10.000 e le 50.000 persone/anno (a seconda delle dichiarazioni rilasciate).
Ma c’è una grossa falla del progetto, che ripetiamo affascinante ed innovativo, e per altri versi che vedremo più avanti anche sostenibile, e la incontriamo nell’illuminazione. Se andiamo verso l’alto e al chiuso, gran parte della luce necessaria alle piante dovrebbe essere artificiale. La falla, è ribattuto, è superata dall’accorciamento della filiera, che vedendo la produzione dislocata direttamente a New York, permetterebbe una concorrenza diretta tra la diminuzione dei costi di trasporto con l’aumento dei costi di energia necessari per l’illuminazione.
Secondo Despommier, i vantaggi sono anche quelli di colture idroponiche (grazie all’integrazione di nutrienti minerali si può fare a meno della terra) e di sistemi di riciclo idrico. Inoltre la fattoria produrrebbe, come una serra, tutto l’anno con raccolti più stabili, perché meno sottoposti ad eventi atmosferici significativi, o a minacce da malattie o animali. Naturalmente le tecniche di coltivazione potrebbero essere biologiche. Tra gli ultimi progetti presentati di vertical farm c’è quello di cui abbiamo già parlato dell’Harvest Green Tower.
Altrettanto datati sono i primi progetti di Agritettura (Agritecture, e per qualcuno anche biotecture), che potrebbe essere definita come il recupero di spazi urbani per l’agricoltura, i più necessari, ed in modo più ampio come l’architettura agricola o del verde. Qui però siamo passati ai fatti.
Sono diversi anche i progetti italiani che prevedono l’inserimento di spazi agricoli all’interno di edifici urbani (ad esempio i tetti verdi), ma soprattutto nei cohousing (come la casa 100k). Si potrebbero inserire anche negli spazi a disposizione (aree industriali dismesse, vecchi edifici non più produttivi, ecc.). In verità anche in questo è New York laddove si cercano le soluzioni più coraggiose ed innovative. Qualche giorno fa è stato aperto il Park on the Sky, una linea ferroviaria sopraelevata di 2,3 Km. oramai inutilizzata, diventato giardino pubblico. È facile avere un’idea sul perché NY sia più concentrata sulle possibili soluzioni, se pensiamo ai problemi delle nostre città, e li moltiplichiamo per 10.
Non scriviamo più manifesti, anche se teniamo botta; in qualche caso arranchiamo, in qualche altro recuperiamo, come nel solare. Ma l’Italia, come sempre grazie all’incredibile capacità di adattamento, di creatività e di imprenditorialità dei privati, dovrà reinventarsi in fretta per contare nella green economy, la rivoluzione del terzo millennio.