La tiny house tutta italiana di 9 mq che si sposta con te

Una tiny house tutta italiana, completamente autosufficiente, e in grado di spostarsi insieme ai suoi occupanti. O al suo occupante per la precisione. A realizzarla è stato Leonardo Di Chiara, architetto e ingegnere di 27 anni, affascinato dall'idea del micro living e dall'architettura temporanea

Una tiny house tutta italiana, completamente autosufficiente, e in grado di spostarsi insieme ai suoi occupanti. O al suo occupante per la precisione. A realizzarla è stato Leonardo Di Chiara, architetto e ingegnere di 27 anni, affascinato dall’idea del micro living e dall’architettura temporanea.

Il giovane ha progettato e costruito la minuscola casa off-grid di appena 9 mq, dove attualmente vive a Berlino. Il suo sogno è soggiornare in tante città e spostarsi da un’altra con facilità.

aVOID è il primo prototipo italiano di tiny house, una tipologia abitativa nata negli anni Settanta negli Stati Uniti. Il “Tiny House Movement” è recentemente cresciuto in Europa, dove numerosi prototipi sono già stati testati soprattutto nei paesi nordici.

È una vera e propria casetta su ruote, che ambisce a soddisfare tutte le esigenze di chi la occupa in uno spazio ridotto. Le sue dimensioni sono pari a quelle di una camera singola in Italia. A differenza di altre, però, non è un veicolo utilizzato come residenza temporanea al pari dei camper, ma di una vera e propria soluzione abitativa in grado di garantire tutti i comfort.

L’obiettivo del progetto è la sperimentazione sul campo della tipologia di tiny house mobile, l’industrializzazione del suo processo di costruzione e l’aumento della consapevolezza sociale delle nuove politiche abitative come la creazione di quartieri migratori urbani” spiega Leonardo Di Chiara.

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Gli arredi spariscono letteralmente nelle pareti grazie a soluzioni di design basate su rotazioni e incastri e quello che apparentemente è uno spazio vuoto e grigio si arricchisce con soluzioni in legno.

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Totalmente autosufficiente, aVOID è arricchita da pannelli fotovoltaici e batterie che ne garantiscono l’energia elettrica, è dotata anche di un sistema di depurazione e riutilizzo delle acque grigie e una compost toilet. Inoltre, si ispira ai principi della bioclimatica per assorbire calore in inverno e riflettere la luce solare d’estate.

Per sensibilizzare la gente su soluzioni abitative più sostenibili, sul “Tiny House Movement” e sul suo possibile utilizzo nelle aree urbane, aVOID è la protagonista di un tour partito da Berlino a fine marzo, che si concluderà a Roma il 3 giugno. Al momento, la casetta itinerante si trova nella capitale, presso il giardino del Goethe-Institut, dov’è arrivata l’11 maggio scorso.

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“Durante i miei studi di architetto e ingegnere all’Università di Bologna ho deciso di mettere in pratica le mie conoscenze e costruire la mia prima casa. A causa dei pochissimi risparmi a disposizione avuto, sono partito da quasi le stesse dimensioni della mia stanza: 9 mq. Voglio dimostrare a me stesso e agli altri che, con una forte adesione al riduzionismo, è possibile vivere rispettabilmente in uno spazio così piccolo. Dall’esperienza passata nella mia stanza ho imparato l’importanza del vuoto – funzionalmente e fisiologicamente parlando. Questo è il motivo per cui ho iniziato a sviluppare mobili trasformabili in cui tutto può essere nascosto nella superficie del muro quando non è in uso, avendo come risultato ‘un vuoto’ pronto per essere riutilizzatoracconta.

tiny house italia

Decisamente originale. Voi ci vivreste?

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Francesca Mancuso

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