A Chicago, uno stablimento dismesso, precedentemente sede di un’industria alimentare, si trasformerà nella prima azienda agricola verticale ed a minimo consumo energetico della città. Una parte di essa è già attiva, grazie ai primi lavori effettuati, che hanno avuto inizio nel 2010. All’interno di essa è già cominciata la produzione di funghi e di ortaggi. La speranza dei responsabili è di rendere il progetto completamente operativo entro il 2016.
A Chicago, uno stablimento dismesso, precedentemente sede di un’industria alimentare, si trasformerà nella prima azienda agricola verticale ed a minimo consumo energetico della città. Una parte di essa è già attiva, grazie ai primi lavori effettuati, che hanno avuto inizio nel 2010. All’interno di essa è già cominciata la produzione di funghi e di ortaggi. La speranza dei responsabili è di rendere il progetto completamente operativo entro il 2016.
The Plant, questo il nome dedicato alla sede riadattata, precedentemente appartenente a Peer Foods, prevede di dare spazio nei prossimi anni ad iniziative volte alla ricerca in campo agroalimentare ed all’istruzione, oltre a dare vita al più grande orto inserito in uno spazio urbano recuperato della metropoli statunitense. Presto all’interno di essa verrà inoltre dato inizio alla produzione di birra artigianale, secondo un sistema mirato ad evitare ogni tipo di spreco, sia nell’ambito dei rifiuti che in campo energetico.
L’edificio ha alle spalle una lunga storia dedicata alla produzione alimentare industriale, ma ora, a seguito del suo restauro, è stato dato il via ad un’inversione di rotta, che permetterà di produrre alimenti vegetali ed ortaggi sfruttando tecniche che richiedano il minimo spreco di risorse idriche ed energetiche, come l’acquaponica. All’interno di essa verrà inoltre predisposta una cucina comune, utilizzabile da ogni lavoratore che opererà all’interno del suo spazio.
The Plant sarà inoltre a zero energia, non richiederà cioè di ricorrere a fonti energetiche provenienti dall’esterno, ma sarà dotata di uno speciale sistema per l’autoproduzione di metano che sfrutterà dei processi anaerobici. Il sistema non verrà impiegato esclusivamente per la produzione di elettricità, ma anche per l’approvvigionamento di calore e per il funzionamento di dispositivi di raffreddamento in tutto l’edificio. La parte interna dell’edificio è già stata quasi completamente sistemata, grazie all’aiuto di volontari. Sono stati installati serramenti appositi per evitare la dispersione termica. The Plant ha infine già aperto le proprie porte a visite didattiche da parte di famiglie e scolaresche.
Marta Albè