RhOME, la casa del futuro, è l’unico progetto architettonico green italiano che parteciperà alla prossima edizione del Solar Decathlon Expo, il concorso internazionale per le case più sostenibili. Il progetto RhOME for denCity è stato realizzato dal team dell’Università di Roma Tre.
RhOME, la casa del futuro, è l’unico progetto architettonico green italiano che parteciperà alla prossima edizione del Solar Decathlon Expo, il concorso internazionale per le case più sostenibili. Il progetto RhOME for denCity è stato realizzato dal team dell’Università di Roma Tre, che si era già distinro nella scorsa edizione della competizione.
Si tratta di una nuova importante opportunità di visibilità internazionale per l’Italia e in particolar modo per i progettisti dell’università romana. Nell’edizione 2012 di Solar Decathlon il team er aggiudicato il terzo posto grazie a Med In Italy. Purtroppo il progetto non aveva raggiunto il primo gradino del podio, ma proprio alla casa sostenibile “mediterranea” era stata assegnata la medaglia d’oro per la sostenibilità. Non solo: Med In Italy aveva vinto anche una medaglia d’argento per il funzionamento di elettrodomestici e apparecchiatura elettronica e si era aggiudicata la medaglia di bronzo per architettura, bilancio energetico, comunicazione e innovazione.
Insomma, i presupposti per una vittoria ancora più decisiva non mancano. Ora l’Italia spera di raggiungere il primo posto in classifica grazie ad una innovativa proposta di casa sostenibile adatta ad un’area altamente urbanizzata come la città di Roma. Mentre con Med in Italy il team aveva puntato sull’edilizia sostenibile in stile mediterraneo, ora l’attenzione è rivolta al all’incremento della densità abitativa nelle metropoli, per sfruttare al meglio lo spazio disponibile.
Quali sono le caratteristiche di RhOME? La casa sostenibile italiana riuscirà ad alimentare il quartiere in cui verrà costruita, grazie al surplus di energia che sarà in grado di produrre. Sarà una casa a impatto zero, di piccole dimensioni. Grazie a ciò, potrà essere facilmente incrementato il numero di appartamenti disponibili in città per le coppie giovani o per i residenti temporanei, come gli studenti. Per ottenere nuove case, non sarà necessario occupare tutto il suolo pubblico disponibile, ma aumentare la presenza di abitazioni in aree dove lo spazio c’è, ma non viene ancora sfruttato al massimo.
Nella casa del futuro, la produzione di energia sarà garantita da pannelli fotovoltaici ad alta efficienza e flessibili, simili a quelli delle barche a vela. Una nuova tecnologia permetterà di fabbricare pannelli solari termodinamici con alluminio riciclato. La potenza energetica di RhOME sarà 8 volte superiore a quella di un’abitazione in classe energetica A+.
L’isolamento dell’edificio sarà totale. Non si punta soltanto all’efficienza energetica, ma anche all’annullamento dei consumi inutili. Il posizionamento di porte e finestre permetterà laventilazione naturale della casa, anche durante la notte. Un impianto prefabbricato conterrà gli impianti idrici, sanitari ed elettrici.
La casa sarà dotata di una cucina all’avanguardia, priva di formaldeide e progettata per essere riutilizzabile all’80% e riciclabile al 100%. Il nome del progetto richiama l’antica Roma, per unire innovazione e tradizione. Le logge della casa ricordano gli appartamenti delle antiche abitazioni romane e la proteggono dalla luce solare troppo intensa. Anche il tetto è di ispirazione tradizionale, ma è stato reinterpretato in chiave moderna per soddisfare le esigenze di illuminazione.
Come nelle case del passato, i muri sono spessi, per mantenere i locali freschi in estate e caldi in inverno. RhOME verrà costruita a Chiennes, in Alto Adige e avrà come destinazione finale la sede di Rubner Haus, che sarà aperta al pubblico, come è successo per Med in Italy. Il nuovo progetto si preannuncia ancora più orientato al futuro, all’innovazione e alla sostenibilità rispetto a Med In Italy. Non ci resta che sperare che il successo italiano della scorsa edizione di Solar Decathlon venga non soltanto confermato, ma amplificato, così che il nostro Paese possa trasformarsi nel leader internazionale dell’architettura sostenibile.
Marta Albè
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