Alberi da frutto al posto degli aerei, erbe aromatiche al posto del tanfo del cherosene. Accade nella periferia di Berlino, dove il leggendario aereoporto nazista Tempelhof, uno dei più antichi del Vecchio Continente, si trasforma in un gigantesco e insolito orto urbano, l’Allmende Kontor, dal nome di una forma medievale di giardinaggio comunitario.
Il Tempelhof, che ha definitivamente chiuso i battenti nel 2008 a causa dello scarso flusso di passeggeri, è un pezzo di storia della Germania, un simbolo per Berlino e i suoi cittadini: fu costruito negli anni Venti e sulle sue piste nacque la Lufthansa, poi Hitler ne fece il primo aeroporto moderno d’Europa. Ma per i berlinesi Tempelhof è anche il simbolo della libertà e dell’indipendenza per il ponte aereo che durante il blocco sovietico, tra il ’48 e il ’49, permise di resistere a Stalin, grazie ai piloti americani che portavano carbone, cibo, medicine, sigarette e caramelle.
Sarà forse anche per questo che ad Aprile un manipolo di berlinesi, una dozzina all’inizio, ha deciso di investire tempo e denaro per sottrarre al logorio del tempo il vecchio aeroporto, trasformandolo in un luogo in cui svolgere una delle attività più antiche e nobili dell’uomo: la coltivazione della terra. Gli organizzatori hanno ricevuto una concessione ad utilizzare il sito di 3 anni, estendibili ad altri 3.
Questi “contadini urbani” oggi sono diventati più di 300, anche perché l’accesso all’orto urbano è completamente libero e gratuito: basta ritagliarsi il proprio orticello, dargli il proprio nome e iniziare a vangare. Vietato, però, erigere costruzioni fisse o irremovibili.
Del campo di aviazione nazista, insomma, non resta che l’orto, dove poter produrre e non solo consumare.