In Olanda la casa aperta a tutti fatta con porte e finestre riciclate

Vecchie porte e finestre, che farsene? Nulla. Sbagliato. È possibile infatti usare gli infissi usati per costruire una casa. Un edificio prodotto con materiali riciclati non è un'utopia ma il frutto del lavoro e della fantasia dell'architetto francese Stéphane Malka che ha realizzato una struttura temporanea della sua “Bow House” nei Paesi Bassi, a Heerlen

Vecchie porte e finestre, che farsene? Nulla. Sbagliato. È possibile infatti usare gli infissi usati per costruire una casa. Un edificio prodotto con materiali riciclati non è un’utopia ma il frutto del lavoro e della fantasia dell’architetto francese Stéphane Malka che ha realizzato una struttura temporanea della sua “Bow House” nei Paesi Bassi, a Heerlen.

Già noto nel settore per le installazioni di guerrilla e l’architettura parassita, Malka ha all’attivo un complesso residenziale all’Arche de la Défense e alloggi per gli studenti fatti da pallet apposti su una parete.

Alla base del suo lavoro, una filosofia di pensiero: è possibile trasformare i quartieri abbandonati delle città abbandonati in bizzarri spazi abitativi usando materiali riciclati. Da qui nasce il suo ultimo lavoro, la caratteristica Bow-House, progettata come un rifugio , dove chiunque può vivere temporaneamente e a titolo gratuito.

Facilità di costruzione. Oltre a riutilizzare materiali altrimenti trasformati in rifiuti, la Bow-House può essere messa in piedi in poco tempo perché è basata su un sistema flessibile che può essere montato in qualsiasi spazio pubblico con una parete vuota. Una sorta di strato vetrato appoggiato ad una struttura solida già esistente che dà luogo ad un patchwork di infissi e porte assemblati in ordine casuale.

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Quella realizzata in Olanda si estende su due livelli e ha una terrazza fatta d’erba. Porte ovunque, meno che all’ingresso, ma uno spazio sempre aperto pronto ad accogliere chiunque si trovi a passare in zona.

Realizzato a basso costo, l’edificio fatto di vecchie finestre può essere ricostruito ovunque. Considerato dall’architetto come estensione di una piazza pubblica, la Bow-House “è un’unità abitativa aperta, letteralmente in continuità con lo spazio pubblico, aperta a tutti i passanti,” spiega sul proprio sito Malka.

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Un’idea già battuta ma non per questo meno interessante. A lavorare su un progetto simile sono stati anche Nick Olson e Lilah Horwitz che circa un anno fa hanno lasciato il lavoro per dedicarsi alla realizzazione del loro sogno: costruire una baita in montagna, nel West Virginia, usando vecchie porte e finestre. E il risultato è a dir poco suggestivo.

Francesca Mancuso

Foto: StephaneMalka

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