Nuova direttiva Ue sulla classe energetica delle case: il 74% di quelle italiane saranno da ristrutturare

Con l'approvazione della nuova direttiva (che ancora deve avvenire), la gran parte dei proprietari di immobili in Italia (quelli che hanno ancora classe energetica G o F) saranno costretti a ristrutturare per raggiungere almeno la classe E

C’è molta preoccupazione in questo periodo per la nuova direttiva Ue che riguarda l’efficienza energetica degli edifici. La proposta è stata presentata il 15 dicembre 2021 dal vicepresidente della Commissione Ue, Frans Timmermans, e il 9 febbraio inizierà l’iter per diventare operativa.

Ma in cosa consiste e perché preoccupa così tanto i proprietari di immobili in Italia?

Intanto premettiamo che si tratta ancora solo di una bozza, ma le idee sembrano essere abbastanza chiare: entro il 2030 tutti gli immobili residenziali dovranno rientrare nella classe energetica E.

Ciò concretamente significa che coloro che possiedono case con Attestato di Prestazione Energetica F o G dovranno iniziare a mettere in conto di ristrutturarle, in modo tale da farle raggiungere classi migliori, appunto minimo la E.

Ma, come sottolinea la Commissione Europea:

La riqualificazione energetica si ripaga nel tempo, generando risparmi sulla bolletta energetica, che generalmente sono un multiplo dell’investimento necessario per migliorare le prestazioni di un edificio.

La nuova direttiva ha lo scopo di ridurre i consumi energetici di circa il 25%, con interventi come:

  • cappotto termico
  • sostituzione degli infissi
  • nuove caldaie a condensazione
  • pannelli solari

La Commissione Europea fa poi sapere che:

Le misure proposte aumenteranno il tasso di ristrutturazione, in particolare per gli edifici con le peggiori prestazioni in ciascuno Stato membro. Modernizzerà il patrimonio edilizio, rendendolo più resiliente e accessibile. Sostiene una migliore qualità dell’aria, la digitalizzazione dei sistemi energetici per gli edifici e la realizzazione di infrastrutture per una mobilità sostenibile. Fondamentalmente, la direttiva rivista facilita finanziamenti più mirati agli investimenti nel settore edile, integrando altri strumenti dell’UE a sostegno dei consumatori vulnerabili e combattendo la povertà energetica.

La nuova normativa intende poi arrivare, dopo una serie di passaggi intermedi, all’obiettivo ambizioso di emissioni zero entro il 2050.

Il problema dell’Italia

La Commissione europea scrive che “la classificazione G corrisponde al 15% degli edifici con le peggiori prestazioni in ciascun Paese“. La situazione italiana degli immobili, però, sembra essere ben peggiore di così.

Infatti, secondo l’Associazione nazionale dei costruttori edili (Ance), in Italia sarebbero da ristrutturare il 74% degli edifici, parliamo di 9 milioni di case che ancora hanno una classe energetica F o addirittura G.

Sarebbe dunque praticamente impossibile ristrutturarli tutti nelle tempistiche richieste dall’Ue.

Ma è ancora tutto da vedere. Considerate che sono stati proposti dagli eurodeputati oltre 1.500 emendamenti.

Gli immobili esenti dalla direttiva

La nuova direttiva, almeno al momento, non riguarda però alcuni tipi di immobili come:

  • case di vacanza
  • palazzi storici ufficialmente protetti
  • chiese
  • edifici di culto
  • abitazioni con una superficie inferiore a 50 metri quadrati

Chi non avrà il bollino “green” dell’Ue sulla propria abitazione potrà rischiare delle sanzioni, ma sarà compito eventuale dei singoli Governi stabilirle. Vi sarà anche la svalutazione degli immobili non a norma, che dunque in caso di vendità varranno di meno.

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Fonte: European Commision

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