È il terzo ponte di Londra per certificato di nascita. Sarà il primo al mondo per la quantità di pannelli solari con i quali sarà ricoperto. È il Blackfriars Bridge, lo storico ponte vittoriano costruito alla fine del XIX secolo e simbolo della Londra fumosa e nera raccontata da Charles Dickens. Tra un anno, al termine dei lavori che proprio in questi giorni hanno preso avvio diventerà il simbolo di una città in veloce riconversione energetica.
4400 pannelli solari comporranno la copertura del ponte che dà il nome anche alla adiacente stazione ferroviaria, da tempo sottoposta a lavori di ristrutturazione in vista di una riqualificazione complessiva dell’area compresa tra il quartiere finanziario della City e quello delle arti contemporanee di South Bank. Proprio a copertura delle necessità energetiche della neo-struttura, è destinata la fornitura prodotta dal ponte: 900000 kilowattora, secondo le proiezioni. Si ipotizza che questo consentirà di coprire metà delle esigenze energetiche calcolate, diminuendo l’emissione del Co2 di 511 tonnellate.
Il progetto che vede coinvolto il Blackfriars Bridge fa parte di un ampio piano di qualificazione energetica della rete ferroviaria, il Network Rails Plan, nell’ambito del quale rientrano una serie di accorgimenti da applicare alle nuove stazioni. Oltre alla copertura fotovoltaica saranno infatti installati nell’edificio anche dei “camini solari” per permettere la penetrazione dei raggi del sole e favorire quindi l’uso di illuminazione naturale. Oltre a un sistema di recupero dell’acqua piovana.
In questo senso Blackfriars si presenta come l’ennesimo landmark di una Londra particolarmente vivace dal punto di vista architettonico e una sorta di modello da replicare anche in altre realtà urbane. “I tetti delle stazioni o i ponti sono esempi di parti fisse del panorama urbano; poterne mostrare l’utilizzo anche sotto il profilo energetico significa mettere davanti agli occhi della gente la testimonianza reale del lavoro in corso per generare un futuro a energia pulita” racconta Derry Newman, direttore generale di Solarcentury, azienda responsabile dei lavori al microfono del Guardian.
Con questo progetto, perdono il podio altri maestosi progetti di fotovoltaico. Fino a ieri, infatti, il primato mondiale era in mano alla passerella Kurilpa di Brisbane, in Australia, il cui sistema di illuminazione a LED è alimentato da 84 pannelli solari. Recentemente anche il Belgio si è mosso: sono stati installati 16mila pannelli solari sulla sommità di un tunnel ferroviario, capace di produrre una quantità di energia solare in grado di alimentare tutti i treni del Paese per un giorno all’anno.
Segnali di speranza vengono anche dall’Italia. La stazione ferroviaria di Porta Susa a Torino, in corso di completamento, si caratterizzerà per l’attuazione di un’innovativa forma di integrazione architettonica del fotovoltaico. Il progetto consiste in una struttura a volta interamente in metallo e vetro che si estende per oltre 300 metri di lunghezza e 30 di larghezza. La copertura, realizzata dall’azienda comasca Energy Glass, sarà costituita da 10.500 mq di vetri fotovoltaici con trasparenza variabile che partendo dal centro va scalando verso i lati: questo per dare una maggiore opacità dove c’è maggiore irraggiamento e per favorire la funzione fotovoltaica.