Legologica: la casa ecologica a km 0 che si monta come i lego

Mattoni vuoti, fatti di rete come quella da pesca, estremamente leggeri ma resistenti e pronti per essere riempiti con materie prime che si trovano sul luogo (sassi, pietrame, terra, arbusti, pigne o materiali di scarto, quindi a chilometri zero. Sono quelli impiegati per costruire Lègologica, l'abitazione sperimentale vincitrice nella categoria senior di Eco_Luoghi2011, il consulto promosso dal Ministero dell'Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare in collaborazione con l'Associazione Mecenate 90, che ha premiato i dieci migliori progetti per un abitare sostenibile nel paesaggio italiano.

Mattoni vuoti, fatti di rete come quella da pesca, estremamente leggeri ma resistenti e pronti per essere riempiti con materie prime che si trovano sul luogo (sassi, pietrame, terra, arbusti, pigne o materiali di scarto, quindi a chilometri zero. Sono quelli impiegati per costruire Lègologica, l’abitazione sperimentale vincitrice nella categoria senior di Eco_Luoghi2011, il consulto promosso dal Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare in collaborazione con l‘Associazione Mecenate 90, che ha premiato i dieci migliori progetti per un abitare sostenibile nel paesaggio italiano.

Per ora si tratta solo di un prototipo in scala 1:1, ma la casa progettata dall’equipe capitanata da Francesco Bombardi di BB Studio con Simone Ardigò di SA Workshop, che verrà presentata in anteprima il 9 giugno a FestArch di Perugia ed esposta dal 28 giugno al 31 luglio al MAXXI, il Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo di Roma, è stata pensata per essere davvero amica della natura. E a tutto tondo. Lègologica è infatti facilmente trasportabile e componibile grazie ad un processo di prefabbricazione completato in autocostruzione, proprio attraverso l’impiego di materiali reperibili sul luogo (km 0).

Il sistema di facciata, poi, permette di adattare la struttura secondo le più svariate esigenze, scegliendo, ad esempio, la posizione delle aperture in funzione degli scorci panoramici più suggestivi, con le finestre che diventano così un’occasione di dialogo diretto e specifico con il territorio circostante. La casa a Km 0 muta seguendo il ciclo della natura e l’avvicendarsi delle stagioni: l’erba cresce nelle reti che contengono la terra, il pietrame acquisisce diverse sfumature d igrigio in base alle variazioni dell’umidità dell’aria, etc. Viene così a crearsi una continuità della linea del suolo sulla parete verticale dell’edificio.

Lo slancio della copertura, invece, produce una verticalità verso un punto specifico, con un’apertura regolabile, favorendo l’effetto “camino” e il conseguente risparmio energetico generato dalla ventilazione passiva. L’assenza di fondazioni invasive, la facilità di spostamento unita alla capacità di integrazione nel contesto ne pieno rispetto dell’identità del territorio, i costi contenuti, la gestione del risparmio energetico, propongono un modo inedito di abitare.

In tal senso si tratta di una casa di classe A: caldaie a condensazione, pannelli radianti per i pavimenti che garantiscono riscaldamento / raffrescamento e ovviamente pannelli fotovoltaici sul tetto e sistama di illuminazione che sfrutta al massimo la luce naturale.

Lègologica si presta agli utilizzi più vari: può diventare alloggio, albergo diffuso, strutturadidattica/laboratorio per le scuole, bivacco, capanno per cacciatori o per pescatori e rifugio in situazioni di emergenza, garantendo la massima sicurezza per gli abitanti“, scrivono gli architetti che l’hanno progettata. “Il futuro è semplificazione e nuova cultura del ‘fare’. Credo che emergerà un ritorno alla sapienza popolare diffusa del ‘farsi la casa’, ma, oggi, con una sensibilità in più verso i valori della qualità del paesaggio. Con Lègologica vogliamo assecondare questa tendenza“, ha detto poi Francesco Bombardi, mentre per Simone Ardigò “minimo impatto ambientale e rispetto della filiera corta, flessibilità e adattabilità sono i punti cardine del progetto, anche attraverso l’interdisciplinarietà dei sistemi che proponiamo“.

Roberta Ragni

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