L'ultima frontiera nel campo del fotovoltaico integrato è rappresentato dalla Tegolasolare, la tegola che produce energia nel rispetto dell'ambiente. Prodotta dalla Area Industrie Ceramiche (AIC), Tegolasolare, grazie ad un'avanzata tecnologia impiegata dall'azienda di Anagni, accoglie una porzione dell'intero sistema fotovoltaico in modo che questo risulti completamente inglobato nel tetto.
L’ultima frontiera nel campo del fotovoltaico integrato è rappresentato dalla Tegolasolare, “la tegola che produce energia nel rispetto dell’ambiente“. Prodotta dalla Area Industrie Ceramiche (AIC), Tegolasolare, grazie ad un’avanzata tecnologia impiegata dall’azienda di Anagni, accoglie una porzione dell’intero sistema fotovoltaico in modo che questo risulti completamente inglobato nel tetto.
Il fotovoltaico, come ben sappiamo e almeno fino al 2010, in Italia viene incentivato dal Conto Energia, che permette al proprietario dei pannelli solari di percepire somme in modo continuativo e proporzionale alla propria produzione di energia elettrica, con cadenza mensile, per i primi 20 anni di vita dell’impianto.
Gli incentivi, come abbiamo visto anche nell’articolo sulle differenze tra fotovoltaico e solare termico, variano in base al tipo di moduli fotovoltaici installati. Partendo da quello che garantisce un incentivo minore abbiamo l’impianto non integrato che viene posizionato al suolo. Poi, un gradino più su, c’è quello parzialmente integrato, che utilizza moduli fotovoltaici installati su tetti piani o sui terrazzi, o che vengono installati in modo complanare alla superficie d’appoggio.
Per impianto integrato infine, vengono intese quelle celle di silicio completamente integrate alla struttura d’appoggio, come i rivestimenti di tetti, le coperture, le facciate di edifici aventi la stessa inclinazione e funzionalità architettonica della superficie rivestita, pensiline o tettoie in cui la struttura di copertura sia costituita da moduli fotovoltaici.
La Tegolasolare trasforma un normalissimo tetto in un sistema di produzione d’energia inglobando in modo del tutto invisibile un pannello fotovoltaico che permette lo sfruttamento dell’energia solare anche in luoghi fino a oggi inaccessibili per questa tecnologia come i centri storici o le zone vincolate da tutele artistiche e paesaggistiche. Garantendo, quindi anche il massimo degli incentivi.
Il brevetto alla Area Industrie Ceramiche viene considerato come una specie di bandiera visto che coniuga alla perfezione tradizione, innovazione ed ecosostenibilità. La Tegolasolare, infatti, va oltre la classica tegola in cotto dato che è stata evoluta sia nella composizione che nella funzionalità: al supporto, realizzato con impasto atomizzato (ceramica), è stato abbinato, con sistema brevettato, un pannello fotovoltaico totalmente integrato per la produzione di energia elettrica. Ogni tegola è così collegata in serie all’altra formando un vero e proprio impianto fotovoltaico che, al contrario delle comuni installazioni, risulta totalmente integrato e in armonia con l’estetica dell’edificio.
La Tegolasolare si è aggiudicata il premio speciale Metro Green organizzato in collaborazione con Legambiente e una menzione speciale al Premio “all’Innovazione amica dell’Ambiente 2009”; ogni pezzo riduce di 6,5 chilogrammi le emissioni di CO2 e il suo costo si aggira intorno ai 15 mila euro per un tetto medio in grado di soddisfare tutto il consumo di una famiglia (3.000 kWp).
“Siamo i primi in Italia ad aver prodotto la Tegolasolare” spiega Francesco Borgomeo, presidente dell’Area industrie ceramiche. “Nel 2004 abbiamo comprato l’idea e il brevetto da un artigiano veneto. Dall’estate del 2009 abbiamo iniziato a commercializzare il prodotto. Al momento la Tegolasolare è stato installata soprattutto in Toscana. Il nostro prodotto è rivolto soprattutto a case o ville monofamiliari: per produrre energia sufficiente ad una famiglia ci bastano 40 metri quadrati di tetto“.
Un aspetto davvero innovativo della Tegolasolare è la bassa manodopera per l’installazione e i bassi costi di manutenzione: “Si possono sostituire i pezzi danneggiati, oppure passare da una tipologia ad un’altra. Per esempio da un pannello da 8 Wp ad uno da 12 e quando il tempo passa e il futuro arriva, sostituirli con modelli più avanzati“. Il primo ad aver utilizzato questo tetto che permette di ottenere energia pulita mantenendo i borghi intatti e il patrimonio artistico salvo, è stato Sting che se li è fatti installare sul tetto della sua villa in Toscana.
Per maggiori informazioni si può visitare il sito www.areaindustrie.it.
Lorenzo Briotti