Stare vicino agli alberi per aiutare la guarigione, continuare a sperare e lenire in parte il dolore dei più piccoli. Comincia a prendere forma l’hospice pediatrico più grande d’Italia. Sospeso tra gli alberi “per dare sollievo ai bambini”, l’hospice Seragnoli di Bologna porta la firma di Renzo Piano che nella giornata di ieri ha posato la prima pietra, a simbolo di una costruzione che si completerà nel 2021.
Stare vicino agli alberi per aiutare la guarigione, continuare a sperare e lenire in parte il dolore dei più piccoli. Comincia a prendere forma l’hospice pediatrico più grande d’Italia. Sospeso tra gli alberi “per dare sollievo ai bambini”, l’hospice Seragnoli di Bologna porta la firma di Renzo Piano che nella giornata di ieri ha posato la prima pietra, a simbolo di una costruzione che si completerà nel 2021.
Promosso dalla Fondazione hospice Maria Teresa Chiantore Seràgnoli Onlus e situato alle spalle dell’ospedale Bellaria, il nuovo centro pediatrico sarà la casa di 14 bimbi per cure palliative per malattie incurabili e rare.
Ridare loro un sogno, una speranza, coccolarli in un processo lungo e complicato, che li vede distanti dall’ambiente ovattato della loro casa e della loro cameretta. Con questo scopo l’architettura di un posto così unico non poteva che essere amica dei piccoli degenti per infondere loro del sano ottimismo, nelle forme di una struttura colorata e grande a due passi dalle cime degli alberi, con oblò sul soffitto per far ammirare il cielo e aree in comune con cucine e sale studio dove condividere il tempo e i giochi.
Nel progetto, la struttura si svilupperà su 4500 metri quadrati in più padiglioni collegati, con 14 stanze singole e 8 appartamenti per i familiari dei bimbi.
E non finisce qui: l’hospice prenderà vita in un vero e proprio bosco con 390 alberi, sia sempreverdi sia a foglia caduca, e 5mila piante di arbusto. Un’idea, quella di una casa sull’albero, che inevitabilmente richiama il desiderio di ogni bambino di puntare il naso all’insù e cominciare a sognare in un mondo parallelo, fatto di bellissimi odori e strani animali compagni di avventura.
Gli alberi, poi, sono metafora di guarigione, “danno l’idea del ‘sollevare’, che ha la stessa radice di ‘sollievo’, cioè tolgono peso al dolore”, spiegava Renzo Piano quando il progetto si avviò.
E anche quei piccoli, forse più di tutti, hanno il diritto di smorzare una soffocante sofferenza e riprendersi in mano quel sollievo necessario per continuare a sperare. La fine dei lavori è prevista tra due anni.
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