Un villaggio ecosostenibile, incastonato nelle colline marchigiane, tra mare e montagna. È l'Ecovillaggio “La Magione”, situato nel Comunedi Montefano, in provincia di Macerata. Un piccolo angolo di paradiso completamente autosufficiente dal punto di vista energetico ed economico, costruito direttamente da chi lo abiterà
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Un villaggio ecosostenibile, incastonato nelle colline marchigiane, tra mare e montagna. È l’Ecovillaggio “La Magione”, situato nel Comunedi Montefano, in provincia di Macerata. Un piccolo angolo di paradiso completamente autosufficiente dal punto di vista energetico ed economico, costruito direttamente da chi lo abiterà.
L’idea è dell’impresa sociale Montefauno, un’azienda agricola di prodotti biologici, che sta portando avanti il progetto dell’ecovillaggio La Magione, un nuovo modo di vivere su questo pianeta, in convenzione con l’Università Politecnica delle Marche di Ancona.
Case di paglia e terra cruda
Le unità abitative considerate nel progetto saranno circa 40, a cui si aggiungono una struttura ricettivo-turistica, due imprese agricole sociali di cui una destinata alla produzione, lavorazione e trasformazione di ortaggi e l’altra per l’estrazione di tinture naturali. E infine una cooperativa sociale per le attività di assistenza, i corsi di crescita personale, i percorsi educativi e formazione professionale ma anche centro olistico.
Isolamento termo-acustico, resistenza ad eventuali terremoti e durata nel tempo. Le case saranno realizzate utilizzando materiali 100% riciclabili e prodotti sul posto, garantendo il risparmio energetico e sfruttando le naturali caratteristiche coibentanti di paglia e legno.
“Questo rende la vita all’interno totalmente salubre grazie alla grande traspirabilità dei materiali e quindi non avere ristagno di umidità interna, oltre a non avere interferenze energetiche sulle persone per l’assenza di ferro e cemento” spiegano gli ideatori.
Il modello: l’impresa sociale
Alla base dell’impresa sociale vi è l’obiettivo di avviare un miglioramento sia dal punto di vista sociale che ambientale. Questo tipo di impresa basa la propria sostenibilità economica non solo sugli aiuti di stato o sulla beneficenza ma svolge anche attività commerciali, grazie alle quali gli abitanti possono sostenersi economicamente.
“Non solo un ecovillaggio dunque, ma un nuovo modo di fare impresa: solidale, partecipato e giusto. Un modello che non volta le spalle alla realtà esistente, ma vi si integra, con una proposta innovativa che punta al benessere diffuso della comunità” si legge sul sito ufficiale.
Spazio anche alla vita sociale, che sarà incentivata grazie alla presenza di spazi comuni all’insegna della condivisione.
L’ecovillaggio, un nuovo modo di vivere
Non si tratta infatti solo di cambiare il nostro modo di abitare ma quello di vivere, ad esempio migliorando i rapporti sociali, producendo i beni nel rispetto dell’ambiente ed evitando di perseguire il solo scopo del profitto.
Spiega l’impresa i vantaggi sarebbero: “Sostenibilità dal punto di vista abitativo ed alimentare, posti di lavoro etici ed integrati nel contesto socio-economico locale, attività socio culturali di comunità che portano un valore aggiunto alla qualità della vita, nuovo modo di abitare e costruire e incentivo all’autocostruzione”.
Senza contare che il villaggio sarà autosufficiente dal punto di vista energetico e sarà a basso impatto ambientale, con dispositivi per ridurre gli sprechi, ad esempio un impianto di fitodepurazione che fornirà acqua depurata da riutilizzare per usi agricoli.
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Non è un sogno, come spiega Luigi Quarato, ideatore della Montefauno. L’inizio dei lavori è previsto per la primavera 2018, la durata è di circa un anno.
Francesca Mancuso