La plastica, uno dei rifiuti più pericolosi e al tempo stesso più abbondanti presenti sulla Terra. Evitarne la produzione sarebbe la soluzione migliore ma anche cercare di trovare un nuovo utilizzo potrebbe essere d'aiuto. È quello che sta facendo una start up messicana che ha trovato il modo per riutilizzare la plastica per costruire case a prezzi accessibili
La plastica, uno dei rifiuti più pericolosi e al tempo stesso più abbondanti presenti sulla Terra. Evitarne la produzione sarebbe la soluzione migliore ma anche cercare di trovare un nuovo utilizzo potrebbe essere d’aiuto. È quello che sta facendo una start up messicana che ha trovato il modo per riutilizzare la plastica per costruire case a prezzi accessibili.
La quantità di plastica gettata via ogni anno è tantissima, basterebbe addirittura a coprire la circonferenza ella Terra quattro volte. Delle plastiche prodotte, alcune tipologie possono richiedere fino a 1.000 anni per decomporsi. È stato stimato che ogni anno finiscono negli oceani da 10 a 20 milioni di tonnellate di plastica.
E se fosse possibile riutilizzarla, dando anche una mano a chi non può permettersi una casa? È il caso del Messico che è il 12° più grande consumatore di materie plastiche in tutto il mondo, consumandone oltre 5 milioni di tonnellate all’anno. Qui vive Carlos Daniel González:
“Fin da bambino ricordo di aver visto tutta questa plastica e la contaminazione che ha causato, per noi e per gli animali. Ho sempre curato l’ambiente, così ho deciso che dovevo fare qualcosa per trovare una soluzione” spiega.
Così, nel 2013, ha fondato EcoDomum, una start up che si occupa di realizzare pannelli riciclando la plastica e costruendo abitazioni low cost. L’obiettivo è duplice: da una parte cercare di ridurre i rifiuti trovando loro una nuova collocazione e dall’altra aiutare la popolazione messicana che vive in condizioni di estrema povertà. In Messico, 11,5 milioni di persone vivono in situazioni di grave indigenza, con meno di 1,25 $ al giorno.
EcoDomum segue tutto il processo, dalla raccolta di plastica alla costruzione delle case, passando per l’assemblaggio dei pannelli che le compongono. Questi ultimi infatti vengono usati per le pareti e il tetto.
Il processo è abbastanza semplice. In primo luogo, la società raccoglie tutti i tipi di plastica, dalle bottiglie ai vecchi giocattoli. Poi li separa per trovare le tipologie che si sciolgono senza emettere fumi nocivi. Successivamente, la plastica selezionata viene inserita in una macchina che la taglia, per poi essere riscaldata in una sorta di forno fino a 350 gradi Celsius impiegando circa mezz’ora. Infine, il liquido passa attraverso una pressa idraulica, che comprime e cristallizza la plastica dando forma ai pannelli.
Ognuno di essi misura 2,5×1,2×0,10 m. Le case così costruite sono formate di solito da due camere, bagno, soggiorno e cucina e misurano circa 40 mq. Occorrono circa 80 pannelli per mettere su una casa e alla sua attuale capacità, l’impianto di EcoDomum è in grado di produrre 120 pannelli al giorno.
“Ci vogliono solo sette giorni di tempo per costruire una casa che utilizza due tonnellate di plastica”, ha detto González. “Inoltre, le proprietà durevoli, impermeabili e convenienti della plastica che le hanno dato per decenni un vantaggio competitivo possono essere applicate anche a queste case”.
EcoDomum vende i pannelli singolarmente a un costo che va da 28 a 33 dollari a governi locali e organizzazioni che si occupano della costruzione di alloggi sociali.
Ad oggi, la start up ha costruito 500 camere per la città di Huauchinango. La città di Chiconcuhutla ha già un contratto la società per costruire 150 case, da 40 mq ciascuna. Attualmente, EcoDomum sta lavorando a un contratto con la città di Pahuatlán per altre 150 case. Nel 2016, l’azienda spera di spostarsi in una struttura più grande e iniziare a espandersi in tutto il Messico.
Forse non saranno le case più belle del mondo ma almeno permetteranno di riutilizzare la plastica ospitando chi, oggi, non può permettersi una casa.
Francesca Mancuso
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