Noto anche come "Architetto dei Rifiuti", amante della natura e appassionato di edilizia ecosostenibile, Michael Reynolds ha il vanto di aver avviato un progetto ambizioso e innovativo, capace di suscitare ammirazione: utilizzare materiali di riciclo come bottiglie, copertoni, oggetti di plastica per realizzare delle soluzioni abitative che, oltre ad essere costruite interamente con materiali di scarto, mostrano un'immagine estetica appariscente, dalle colorazioni vivaci e cangianti, alla stregua dei padiglioni del Park Güell di Gaudì a Barcellona.
Indice
Noto anche come “Architetto dei Rifiuti“, amante della natura e appassionato di edilizia ecosostenibile, Michael Reynolds ha il vanto di aver avviato un progetto ambizioso e innovativo, capace di suscitare ammirazione: utilizzare materiali di riciclo come bottiglie, copertoni, oggetti di plastica per realizzare delle soluzioni abitative che, oltre ad essere costruite interamente con materiali di scarto, mostrano un’immagine estetica appariscente, dalle colorazioni vivaci e cangianti, alla stregua dei padiglioni del Park Güell di Gaudì a Barcellona.
Lo studio del progetto inizia già nel 1969, e nel 1972, Michael Reynolds realizza la Thumb House, la prima casa ecosostenibile che assembla uno speciale impasto di terra cruda con diverse tipologie di materiali di riciclo che vanno dalle lattine di birra alle bottiglie di plastica, dall’alluminio agli pneumatici usati delle auto, avviando una costruzione abitativa completamente a costo zero e che si occupa di impiegare dei materiali che altrimenti non verrebbero utilizzati e andrebbero dispersi in natura.
Le abitazioni realizzate sotto l’innovativo progetto di Michael Reynolds si presentano similari alla tipologia di casa prefabbricata ecosostenibile che si caratterizza per la sua totale autonomia energetica, nell’indipendenza nell’approvvigionamento dell’acqua potabile, negli interventi del trattamento delle acque reflue e nella produzione alimentare di vegetali, andando ad inserirsi nel settore delle costruzioni di Architettura Biotecture, denominazione scelta dallo stesso architetto.
Da dove arriva il progetto della casa ecosostenibile con materiali di riciclo: la storia
Dapprima Michael Reynolds, aveva brevettato e costruito la Earthship, la Nave della terra, la quale ebbe un enorme successo sul mercato della commercializzazione delle abitazioni ecosostenibili, vendendo numerose costruzioni. Tutti volevano la loro Earthship. Ma come accade ad un progetto sperimentale, di seguito cominciarono a svilupparsi numerose problematiche su difetti di fabbricazione e imperfezioni dell’abitazione.
Alcuni lamentavano la mancata impermeabilità della copertura del tetto; altri il sistema di climatizzazione non efficace e insufficiente per quella tipologia di ambienti, portando avanti delle cause che indussero il Consiglio di Stato degli Architetti del New Mexico a togliere a Michael Reynolds il titolo di architetto e le licenze di costruzione, giudicando le sue realizzazioni come abitazioni costruite illegalmente e mancanti dei requisiti di sicurezza, resistenza e durevolezza.
La casa ecosostenibile riciclata oggi: l’impiego nelle abitazioni di emergenza
Solo 17 anni dopo, l’architetto riuscì a riavere titolo e licenze, potendo ricominciare a costruire il progetto di una vita: la realizzazione della Phoenix, un’abitazione completamente ecosostenibile, realizzata dopo lo tsunami del 2004 in Indonesia, sotto la spinta di realizzare una struttura abitativa in grado di resistere a questa tipologia di cataclismi.
L’innovativa abitazione presenta una struttura completamente a costo zero, realizzata esclusivamente con risorse rinnovabili e materiali di scarto e riciclo, permettendo di azzerare completamente i costi energetici di acqua, luce e gas, oltre alla possibilità di produrre prodotti vegetali per soddisfare il fabbisogno primario del mangiare – soprattutto in situazioni di difficoltà – grazie a un orto integrato all’abitazione. Ogni abitazione è, inoltre, dotata di riserve che attraverso le piante riciclano le acqua grigie che, dopo essere passate per le loro radici, vengono utilizzate per lo sciacquone ed espulse in pozzi neri e, infine, per irrigare e concimare piante esterne, un meccanismo in cui nessuna risorsa viene dispersa.
Le case riciclate di Michael Reynolds vantano elevate prestazioni di comfort abitativo grazie all’installazione di un sistema di climatizzazione naturale dei locali e sono ora presenti in tutto il mondo: conosciute anche come Navi del Deserto, le case completamente riciclate sfruttano l’acqua piovana, l’irraggiamento solare per la produzione dell’elettricità, presentano muri seminterrati e un orientamento e vetrate collocate a Sud, permettendo di sfruttare in maniera ottimale le risorse che la nostra stessa Terra ci regala.
Cosa insegna l’esperienza di Michael Reynolds: il suo mondo del riciclo
La storia di Michael Reynolds dimostra che da sole le competenze, gli studi, la ricerca nulla possono fare verso la realizzazione di un prodotto nuovo, ecosostenibile e non riconosciuto perfettamente per le sue virtù. Ciò che è necessario nel settore dell’architettura biosostenibile è l’audacia, la consapevolezza della necessità di sfruttare anche gli scarti della stessa natura, regalando loro un ruolo di eccezione: credere nelle realizzazioni a costo zero, perseverare negli obiettivi, conduce primariamente al risentimento, al rifiuto, al disprezzo di coloro che per la prima volta fruiscono di qualcosa già utilizzato, per poi condurli alla perfetta realizzazione dell’importanza di fruire di tutte le potenzialità che il riciclo può riservare all’uomo.
Maria Francesca Massa
LEGGI anche: