Grigio, opprimente, poco luminoso. Molti degli uffici in cui trascorriamo gran parte delle giornate di lavoro hanno queste caratteristiche. Ma se potessimo farlo immersi nel verde, in edifici totalmente avvolti dalla vegetazione? Un sogno che una famiglia di San Francisco aveva da tempo e che è riuscita a realizzare grazie all'intervento dei paesaggisti della Scott Lewis Landscape Architecture. Il risultato? Un ufficio formato cubo nel cuore del loro giardino
Grigio, opprimente, poco luminoso. Molti degli uffici in cui trascorriamo gran parte delle giornate di lavoro hanno queste caratteristiche. Ma se potessimo farlo immersi nel verde, in edifici totalmente avvolti dalla vegetazione? Un sogno che una coppia di San Francisco aveva da tempo e che è riuscita a realizzare grazie all’intervento dei paesaggisti della Scott Lewis Landscape Architecture. Il risultato? Un ufficio formato cubo nel cuore del loro giardino.
Una vera e propria oasi di pace sorge oggi laddove prima c’era un ex capannone, trasformato in uno studio d’arte. L’architetto paesaggista ha del tutto rivoluzionato la vecchia costruzione trasformandola in un vero e proprio cubo verde ricoperto di edera, che a sua volta cresce sulla struttura metallica che circonda lo studio.
Da tempo i bambini, ormai cresciuti, avevano abbandonato i giochi sul prato. Per questo, i due coniugi hanno pensato di farvi sorgere il loro ufficio, rivedendo tutta la struttura del cortile e arricchendola con alcuni dei loro alberi preferiti, fino ad ottenere questo accogliente e tranquillo spazio di vita-lavoro.
Prima del restyling, la parte posteriore del giardino era un miscuglio di erbacce, oltre al vecchio capannone malconcio.
“Questo è un meraviglioso esempio del potenziale di uno spazio molto ristretto di un giardino urbano in cui si può aggiungere una dimensione incredibile, con la bellezza, la connessione con la natura e la vivibilità di questa casa. Il giardino è stato trasformato da uno spazio completamente sottoutilizzato a un’estensione totalmente integrata con gli spazi di vita della casa. Il progetto presenta un programma molto ricco di pratiche sostenibili, tra cui varie soluzioni per il recupero dell’acqua e un ampio riutilizzo dei materiali esistenti” hanno spiegato gli architetti.
Riutilizzare materiali locali e riciclati era infatti una delle parti più importanti del progetto. Non a caso i vecchi cordoli in pietra del giardino precedente sono stati riutilizzati per creare le panchine.
La casa confinava già con un parco alberato della città, ma così sistemato sembra fondersi con esso pur rispettando la privacy e gli spazi degli abitanti della casa.
La selezione e la disposizione della vegetazione però è stata impegnativa perché un lato del giardino era molto illuminato dal sole ma l’altro era prevalentemente ombreggiato. E le piante dovevano essere un riuscito mix di verde per tutto l’anno. Ma il risultato parla da solo: rododendri, viburno, viole bianche, anemoni ma anche rose rampicanti d’estate, un acero giapponese e un pino nero.
“Questo giardino unisce angoli moderni e flora verde e bianca. Una terrazza a forma di cuneo allarga visivamente il sito e si estende dalla zona giorno della casa verso il parco” è la descrizione di Scott Lewis.
Invidiosi, come non esserlo? Un’iniziativa simile è stata portata avanti anche in Italia, con la green box, la casa rivestita di piante nel cuore delle Alpi.
Francesca Mancuso
Foto: Scott Lewis Landscape Architecture
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