Confiscato il “castello delle cerimonie” per abusivismo edilizio: ora è di proprietà del Comune

La confisca del "Castello delle Cerimonie", nota per essere la location del programma tv "Il boss delle cerimonie", segna una svolta significativa nella storia del Comune di Sant'Antonio Abate

Il celebre “Castello delle Cerimonie”, un luogo da sogno ambito da numerose coppie campane e non solo, è stato per anni una delle location più desiderate per celebrare matrimoni e altre cerimonie, dalle comunioni ai cosiddetti prediciosettisimi “di lusso”.

Con i suoi giardini lussureggianti, la piscina con cascate e una sontuosa struttura, questo luogo è diventato un’icona di lusso, gestito dalla famiglia Polese.

Tuttavia, il sogno è giunto a una brusca fine. Dopo anni di controversie legali, la Corte di Cassazione ha emesso una sentenza definitiva: il Castello e tutte le sue pertinenze sono stati dichiarati abusivi e illegali. Questo significa che sono stati costruiti e utilizzati senza rispettare le leggi e le normative vigenti. Di conseguenza, l’intero complesso è stato confiscato.

Addio alle sontuose nozze principesche, alle carrozze trainate dai cavalli e alle povere colombe bianche liberate per gli sposi. Addio ai sontuosi pranzi e agli spettacoli d’intrattenimento. Il “Castello delle Cerimonie” non sarà più disponibile per ospitare tali eventi.

La confisca riguarda non solo gli edifici, ma anche i terreni su cui sorgono, trasferendoli di fatto sotto la proprietà del Comune di Sant’Antonio Abate. Questo segna la fine di un’epoca per tutti coloro che hanno lavorato nell’ambito di questo impero ricettivo. La struttura, con le sue lussuose camere arredate in oro, ora sarà gestita dal comune, segnando una nuova fase nella sua storia.

Questa decisione della Corte di Cassazione segna una svolta significativa. Il destino dell’ex Castello delle Cerimonie potrebbe essere oggetto di discussioni e progetti per il suo futuro utilizzo (o per il suo abbattimento). Ci sono molte possibilità da considerare: dal trasformarlo in una struttura pubblica per eventi culturali e sociali, a riconvertirlo in un centro turistico più accessibile e inclusivo.

«È un verdetto inatteso che ci colpisce molto – ha commentato a Leggo il sindaco – poiché si tratta di una struttura ricettiva importante per il nostro territorio, inserita nell’economia e nel tessuto di Sant’Antonio Abate, punto di riferimento per tutta l’area e che da anni offre lavoro a centinaia di famiglie, non solo abatesi. Al momento non ci è stato notificato nulla, daremo seguito alla sentenza ed alle attività necessarie da mettere in campo in rapporto alle circostanze sopraggiunte, con il massimo della trasparenza e nel rispetto della legalità». «Avvieremo sicuramente un’interlocuzione con le autorità preposte per gestire al meglio la situazione” conclude Abagnale.

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