Le case in polistirolo: la nuova frontiera della bioarchitettura

Sulle prime potrebbe sembrarvi uno scherzo o una trovata degna di un cartone animato, eppure è ormai una realtà: il polistirolo, tradizionalmente associato dai più al packaging, è tra i materiali di costruzione che si stanno ritagliando uno spazio importante nei progetti di architettura sostenibile.

Sulle prime potrebbe sembrarvi uno scherzo o una trovata degna di un cartone animato, eppure è ormai una realtà: il polistirolo, tradizionalmente associato dai più al packaging, è tra i materiali di costruzione che si stanno ritagliando uno spazio importante nei progetti di architettura sostenibile.

Il polistirene espanso, meglio noto come polistirolo, è infatti un materiale riciclabile, dal peso ridotto, piuttosto economico, facilmente trasportabile

e assemblabile, con elevate proprietà termoisolanti e molto resistente al fuoco, agli stimoli e alle sollecitazioni ambientali. Tutte caratteristiche che, a detta degli esperti, ne fanno un’alternativa valida ai tradizionali materiali di costruzione, in particolar modo in realtà ad alto rischio sismico. A questo proposito, non è certo un caso che molte idee e progetti provengano dal Giappone, una realtà geografica particolarmente esposta alle calamità naturali.

 

Oltre all’adattabilità del polistirolo a contesti e ad esigenze diverse, le sue proprietà termoisolanti consentono un notevole risparmio sulle spese di raffreddamento/riscaldamento delle strutture. Se siete scettici e continuate a pensare che questo materiale bianco e granuloso possa funzionare solo perimballaggi e vaschette alimentari, provate a dare un’occhiata ai progetti che seguono.

Le case a cupola e le case a fungo di International Dome House Inc.

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Provate ad immaginare un igloo di circa 7 metri di diametro e con uno spazio interno di circa 40mq, le cui pareti tuttavia non sono di ghiaccio ma, appunto, di polistirolo, e avrete un’idea piuttosto chiara del modulo base delle case a cupola e delle case a fungoprogettate dalla giapponese International Dome House.

Si tratta di moduli prefabbricati assemblabili a piacere, a partire dai quali costruire strutture di estensione e forme diverse. Le pareti hanno uno spessore di circa 20 cm e vengono rivestite da intonaco, in modo da creare un vero e proprio “effetto muratura”. Gli interni possono essere suddivisi, soppalcati e arredati a piacere, per personalizzare gli ambienti secondo il proprio gusto e le proprie esigenze. Infine, tutta la struttura è protetta da sostanze ritardanti di fiammache, a contatto con il fuoco, non emettono fumi tossici.

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Il costo del kit di costruzione delle case in polistirolo della International Dome House si aggira tra i 20 mila e i 30 mila euro e la procedura di assemblaggio è così semplice che si stima sia sufficiente una settimana di lavoro da parte di 3 o 4 persone per dare forma ad un’abitazione vivibile e funzionale.

La casa-frigorifero ad alta efficienza energetica di Irving Smith Jack Architects

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Tra i progetti che si sono distinti all’edizione 2009 dei Nelson Marlborough Architecture Awards, una rassegna neozelandese che premia idee e progetti architettonici innovativi, c’era anche una soluzione a basso costo (meno di 100 mila dollari, equivalenti più o meno a 70 mila euro) e interamente realizzata con pannelli di polistirolo prefabbricati.

Si tratta della casa-frigorifero progettata dalla Irving Smith Jack Architects, con interni luminosi e un ottimo isolamento termico, che la rende gradevole in estate e facilmente riscaldabile in inverno.

La casa galleggiante di Morphosis Architects

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Il punto di partenza di questo progetto è che un’abitazione debba non solo essere armoniosamente integrata nel contesto urbano in cui sorge ma anche, e soprattutto, resistere a calamità naturali quali uragani e inondazioni. Il luogo in cui questo progetto ha visto la luce è New Orleans, la città americana del jazz, che nel 2005 è stata duramente provata dall’uragano Katrina.

Partendo dalle caratteristiche del territorio, Thom Mayne, fondatore del gruppo Morphosis e vincitore del Pritzker Architecture Prize, ha ideato una casa inpannelli di polistirolo rinforzati con degli innesti in cemento in grado di “innalzarsi”, in caso di alluvione, insieme alle acque, galleggiando su di esse fino ad un’altezza massima di 3,6 metri.

La Lavender Lodge di Simon and Linda Duxbury

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Una coppia inglese dello Yorkshire, affascinata dall’idea di costruire in polistirolo, ha deciso di provvedere da sé alla fabbricazione della propria casa, unendo al proprio gusto personale soluzioni bioarchitettoniche piuttosto innovative. Il risultato è la Lavender Lodge, un’abitazione originale, nata nell’arco di pochissimo tempo dalla sintesi di input e di tecniche di costruzione differenti.

Tra i tanti pregi della casa, c’è soprattutto l’isolamento termico, che permette di mantenere la temperatura interna costante e di evitare sprechi dovuti al riscaldamento.

Lisa Vagnozzi

 

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