A qualcuno piace... legno? Sogniamo di vivere in una casetta tutta per noi, la cui realizzazione non comporta danni ecologici (vengono utilizzati alberi che provengono dai piani di rimboschimento destinati all'edilizia; e una volta che la casa non serve più, il legno può essere riciclato), è più facile da “tirare su” rispetto a un'abitazione “tradizionale”, la sua struttura è leggera e, allo stesso tempo, solida ed elastica. Bene: una volta messo in pratica il sogno, bisogna rendere la casa...vivibile, e questo vuol dire anche realizzare un programma energetico che, una volta ammortizzato, ci permetta di risparmiare sulle bollette. Le abitazioni in legno si vanno diffondendo sempre più anche in Italia. Logico, quindi, aspettarsi una tecnologia... al passo coi tempi.
La questione è: come si può raggiungere un adeguato isolamento termico, se si tiene conto dei fattori chiave per una efficace azione che protegga la propria casa dal freddo, in inverno, e impedisca al calore di penetrare all’interno durante l’estate? E come realizzare un sistema di coibentazione ad hoc, cioè “personalizzato” in base al luogo nel quale la casa è costruita, alla sua posizione rispetto al sole e all’ambiente circostante?
Come abbiamo visto nell’articolo dedicato al cappotto termico e alle case di legno, fra i materiali che sono in grado di offrire un elevato isolamento, sia termico che acustico, c’è la lana di roccia, che ha origine dal procedimento naturale di solidificazione, in fibre, della lava fusa. È un materiale particolarmente indicato per la coibentazione per le sue caratteristiche di elevata densità e conducibilità termica. Inoltre, essendo incombustibile, la lana di roccia è… portatrice sana di sicurezza in caso di incendio.
Fra gli esempi più recenti di applicazione della lana di roccia nell’edilizia bio compatibile, uno si trova a Colda, una frazione di Sondrio, immersa fra i vigneti. L’altra, a Porto Sant’Elpidio, in provincia di Fermo. Come dire… due esempi contrastanti fra loro e, per questo, indicati per un raffronto.
La Casa passiva Colda Est, infatti, esprime il concetto di abitazione del nord Italia, dove l’esigenza principale è un adeguato isolamento domestico nei mesi invernali; mentre la Casa Ecotherm di Porto Sant’Elpidio, tipicamente mediterranea, deve garantire agli abitanti il comfort soprattutto nei mesi estivi.
Entrambi gli edifici, isolati con lana di roccia Rockwool, meritano una descrizione.
La Casa passiva Colda Est è stata realizzata in funzione di un impatto ambientale più basso possibile: basso fabbisogno energetico, massimo comfort, elevata qualità dei materiali per la salute delle persone che vi abiteranno, utilizzo di fonti rinnovabili.
La struttura portante dell’edificio è stata realizzata con dei pannelli di legno a struttura portante, spessi 16 cm, infissi in legno alluminio coibentati con vetri tripli a elevate prestazioni, oscuranti esterni a lamelle e alluminio orientabili che svolgono la funzione di parasole.
L’isolamento è stato effettuato con dei pannelli di lana di roccia creati per le diverse applicazioni. In questo caso, da 32 cm per la copertura ventilata e 24 cm per il sistema a cappotto.
Con questo sistema (unito alla favorevole posizione della casa al sole, a un impianto di pannelli radianti elettrici in vetro a inerzia e al riscaldamento dell’acqua accumulata in un boiler da 500 litri, mediante quattro pannelli solari) la funzione della lana di roccia permette di sfruttare al massimo il risparmio energetico.
Se, invece, si vuole “difendere” il comfort degli abitanti dal sole estivo, si può optare per dei pannelli di lana di roccia a doppia densità e doppio strato, per uno spessore complessivo di 31 cm (in corrispondenza dell‘involucro opaco dell’abitazione) e pannelli multistrato da 31 cm complessivi di spessore, a media densità, per le pareti.
Questa seconda soluzione ha riguardato la Casa Ecotherm, la cui coibentazione si completerà, una volta che l’abitazione sarà terminata, con una controparete in cartongesso all’interno e una lastra di cemento rinforzato all’esterno che, a sua volta, sarà rifinita con dell’intonachino.
Il risparmio energetico, dunque, è possibile. Se, poi, per arrivare a risultati di elevato isolamento termoacustico, si utilizza un materiale naturale, è ancora meglio.
Piergiorgio Pescarolo