Nel cuore di Torino, un'area di 3500 mq verrà rasa al suolo per fare spazio ad un progetto di Green Architecture dalla visione affascinante: l'inserimento dell' abitazione all'interno di un micro - ecosistema in cui la natura fa da filtro tra l'ambiente metropolitano e quello domestico.
“Un progetto che trova ispirazione dalla natura, dal parco che si affaccia sul Po, dall’ecosistema che governa i boschi e i prati”. Così ci descrive il suo progetto l’Arch. Luciano Pia, uno dei due ideatori dell’edificio “verde” che tra circa due anni prenderà vita nel cuore di Torino.
Siamo a due passi dal letto del Po, nei pressi del grande parco cittadino del Valentino. Un labirinto di piccole vie e incroci, in mezzo al quale, tra qualche mese, spunterà un groviglio di alberi e vetro, di pareti e rami, di foglie e terrazzi. Un’area di 3500 mq, che fino a qualche anno fa ospitava uffici, verrà rasa al suolo per fare spazio ad un progetto dai tratti avveniristici e dal linguaggio estremamente moderno. Potenzialmente allineato tra le fila di quella che si definisce Green Architecture il progetto svela una visione affascinante: l’inserimento dell’ abitazione all’interno di un micro – ecosistema in cui la natura fa da filtro tra l’ambiente metropolitano e quello domestico. Un ruolo, quello del verde, non accessorio quindi, ma necessario.
Siamo andati a vedere da vicino le planimetrie e a farci spiegare l’idea. Senza nascondere, tra l’altro, il bisogno di razionalizzare quel sentimento di stupore e meraviglia che inevitabilmente scatta quando si sente anche solo parlare di “case sugli alberi“. Tornano in mente le pagine del Barone Rampante dove il protagonista, in conflitto con il mondo, decide di starsene lassù, tra le fronde fitte di un grande arbusto…
Abbiamo capito però che in questo progetto nulla c’è di fantastico. C’è al contrario la concreta aspirazione a dare vita ad un nuovo modello abitativo che potrebbe rendere possibile il desiderio di molti di poter vivere immersi nel verde, anche in città.
25 verde sarà un condominio di sei piani che prevede la presenza di 50 alberi nel cortile interno e di altri 150 disseminati attorno all’edificio, incastrati tra un terrazzo e l’altro oppure piantati all’interno di grandi vasi di 3.5 m di diametro: 30 specie diverse convivranno dentro la stessa area, arbusti che vanno dai 2 ai 20 metri di altezza verranno selezionati da agronomi e accuratamente piantati. Due laghetti. Un’impalcatura di acciaio sull’esterno che simula la forma delle piante e dei rampicanti. Un muro di cinta realizzato in Cor-ten che riproduce la superficie della roccia. Pochi pilastri (in tutto 53) realizzati in acciaio modellato sulle porosità del legno.
Inoltre, come l’Arch. Pia ci sottolinea “gli appartamenti non saranno impilati uno sopra l’altro ma saranno delle vere e proprie scatole, così da poter offrire a ciascuno la sensazione di vivere in modo indipendente”. In questa direzione si collocano anche le scelte in merito ai terrazzi: grandi, separati, costruiti su piani dove si alternano due doghe di legno e due di vetro in modo da lasciar filtrare la luce anche sui terrazzi inferiori. Le pareti saranno realizzate in legno e per garantire un miglior isolamento termico verranno rafforzate da un rivestimento a cappotto.
Eco-logico ma anche eco-sostenibile. L’autonomia energetica dell’edificio verrà in parte garantita dalla sfruttamento dell’energia geotermica. “La vicinanza al fiume infatti consente lo sfruttamento delle falde acquifere sottostanti la zona. Qui verrà situato un generatore elettrico a pompa di calore che consentirà di trasferire acqua sanitaria e acqua per il riscaldamento nel periodo invernale e aria fresca per il raffreddamento delle stanze, nel periodo estivo. È prevista inoltre la presenza di una cisterna in grado di raccogliere l’acqua piovana da riutilizzare per l’irrigazione del giardino e dei tetti verdi.”
Il 4 giugno sono stati ufficialmente aperti gli uffici di vendita e 63 sono gli appartamenti messi a disposizione. Il progetto ovviamente già divide puristi e futuristi. Solo tra qualche mese, però, cominceremo a vederne i primi germogli.
Pamela Pelatelli