A scuola dagli alberi: imparare da maghi veri

Ci sono tanti maghi veri, capaci di trasformare l'aria in cibo, neutralizzare i veleni, trattenere le montagne, rallentare il vento. Pochi li conoscono perché si esprimono in un linguaggio antichissimo e lavorano gratis, con una discrezione che fa passare inosservata la loro costante cura del mondo. Sono gli alberi.

Ci sono tanti maghi veri, capaci di trasformare l’aria in cibo, neutralizzare i veleni, trattenere le montagne, rallentare il vento. Pochi li conoscono perché si esprimono in un linguaggio antichissimo e lavorano gratis, con una discrezione che fa passare inosservata la loro costante cura del mondo. Sono gli alberi. 345 milioni di anni fa hanno iniziato a diffondersi stabilizzando il suolo ed il clima, dando ospitalità ad altre creature, stabilendo una comunicazione con loro attraverso uno dei linguaggi più efficaci e di immediato effetto che esistano: gli odori e più tardi i colori.

 

Noi, che abbiamo un olfatto quaranta volte più debole di quello dei cani, riusciamo solo a volte ad accorgerci dei messaggi sessuali degli alberi, perché anche per loro sono i più forti. Sono il profumo ed il colore dei fiori. Tra di loro e con certi animali gli alberi si spiegano benissimo, provvisti come sono di un sistema nervoso e di un cervello diffuso, negli apici delle radici e nelle foglie.

Conoscerli significa entrare in un regno tanto affascinante da far impallidire tanti altri argomenti. Al contrario di noi umani, che con la vecchiaia perdiamo gran parte della bellezza fisica, gli alberi che riescono a scampare alle attività aggressive dell’uomo e della natura, con l’età diventano sempre più grandi e più belli. Ce ne sono alcune specie come i tigli e le querce che raggiungono i mille anni. Larici, tassi ed olivi oltrepassano i duemila. Prendono forme e dimensioni talmente espressive da suscitare una grande emozione quando li si vede da vicino.

CIMG1589mlPer sapere dove trovarli, in almeno 12 regioni d’Italia, potete consultare il sito www.ascuoladaglialberi.net dove ci sono anche molte informazioni sorprendenti ed utili su di loro, oltre a tanti aspetti della natura dentro e fuori di noi, indispensabili per capirne qualcosa e, dunque, gestirla in modo corretto.

Una quercia rovere delle più belle che si possano vedere si trova in Lombardia, tra il Lago di Como e quello di Lugano, a Codogna: è il Rogolone. Dopo una passeggiata di una quarantina di minuti nei boschi, si arriva al prato dove risiede l’enorme albero dell’apparente età di 700 anni (ma forse ne ha solo 300 ed è cresciuto in modo eccezionale). Il tronco ha una circonferenza di 9 metri e l’altezza è di circa 30. Una meraviglia dai lunghi rami che formano una cupola sotto la quale si tenevano importanti riunioni per gli abitanti dei dintorni. Un tempo era presso i grandi alberi che ci si riuniva per parlamentare e a volte solo per chiacchierare. Ancor oggi è una consuetudine in molti Paesi non industrializzati.

Le querce sono sempre state considerate di grande pregio anche simbolico, per la loro bellezza e robustezza. Erano predilette dagli dei della folgore, che si chiamassero Zeus, Giove o Thor, che a volte se le riprendevano in cielo, incenerendole. Portare in testa una corona fatta di rametti con foglie di quercia, significava essersi distinti per valore civico o per una vittoria e si aveva diritto al rispetto più grande.

Le ghiande delle querce sono commestibili, anche se per certi generi sono troppo ricche di amaro, astringente, medicamentoso tannino é necessario un trattamento, seppellendole per qualche mese sotto terra, come fanno le ghiandaie che accantonano le provviste per l’inverno. Se ne può fare farina per il pane o un surrogato del caffè. Altrimenti se ne nutrono i maiali, gli uccelli e tanti altri animali. La corteccia, particolarmente ricca di tannini, cura le malattie della pelle ed era usata per la concia del cuoio. Il legno è ottimo per carpenterie e mobili per cui serve la sua notevole robustezza e produce un calore così forte quando brucia, da essere stato usato per fondere l’oro.

Le galle, sferette che crescono sui rami, causate da puntura degli insetti, hanno lo stesso impiego a cui si aggiunge quello di inchiostro. Il vischio, parassita che raramente attecchisce sulle querce, cura varie malattie.

Oggi il lavoro più prezioso che possono svolgere è quello di rendere belli i luoghi dove risiedono, purificare l’aria dall’inquinamento, mitigare il clima, rendere saldo il terreno e far penetrare l’acqua piovana in profondità, lungo il percorso delle radici, che sono quasi sempre a fittone. È un lavoro di ingegneria naturalistica che svolgono alla perfezione, purché le si pianti nel posto giusto.

Anna Cassarino

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