NO TAV: sgomberati i manifestanti. L’appello dei sindaci della Val di Susa

Sgomberato il presidio di manifestanti contro la Tav. Sono oltre 50 i feriti tra civili e forze dell'ordine

É ancora scontro per la Tav, le linea ferroviaria ad alta velocità sulla tratta Torino-Lione. Lacrimogeni, cariche della polizia e sassaiole hanno preceduto l’avvio dell’insedimento del cantiere, volto alla costruzione della galleria alla Maddalena in Val di Susa.

Il piazzale del cantiere di Chiomonte da cui partiranno i lavori, occupato da alcune centinaia di manifestanti, è stato sgomberato all’alba di questa mattina dalla forze dell’ordine e consegnato alla ditta che gestirà i lavori. Questo il bilancio dei feriti fornito dalla Polizia: 29 persone, 25 agenti e quattro manifestanti.

Ma il movimento No-Tav non si arrende. “Abbiamo perso un round, non la guerra” ha commentato il leader del movimento, Alberto Perino.

Secondo il Ministro dell’Interno, Roberto Maroni, era necessaria l’apertura del cantiere entro la fine del mese visto che altri ritardi nell’avvio dei lavori avrebbero significato “l’addio alle centinaia di milioni del contributo UE, ma soprattutto ai collegamenti con l’Europa, e quindi al futuro“.

Intanto i sindaci No Tav hanno inviato una lettera aperta al ministro Maroni: “Le chiediamo di non dare l’ordine di sgomberare con la forza gli uomini e le donne della Val Susa, che quotidianamente e con orgoglio difendono i beni reali e comuni: la terra, la salute, l’acqua, l’aria e il denaro pubblico“.

I sindaci hanno ribadito il loro “No all’uso della forza per sgomberare gli uomini e le donne“. Inoltre, per gli amministratori delle liste no Tav, “i fatti dimostrano che la ‘minoranza di qualche centinaio’ diventa nei momenti più importanti, senza bisogno di nessuna organizzazione od ordine pre-organizzato, una massa di decine di migliaia di persone indignate, in grado di prendere decisioni collettive e condivise“.

Numerose sono state le reazioni del mondo politico. “Lo Stato non può assolutamente arrendersi di fronte a dei protestatari. La Tav è considerata una priorità da parte dello Stato. I lavori inizieranno ed andranno avanti“, ha detto invece il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Altero Matteoli. D’accordo anche il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota, secondo cui “la Tav è un’opera assolutamente necessaria per il Piemonte e per l’intero sistema Paese“.

Sono troppo angosciato per parlare. Quando finisce così non si può essere contenti“, ha detto amaramente a Repubblica il sindaco di Chiomonte, Renzo Pinard. “Non poteva che finire così“. Anche il segretario di rifondazione comunista Paolo Ferrero ha commentato lo sgombero parlandone come di “un successo militare del governo, ma non un successo politico“.

Gli ultimi commenti sono di Di Pietro e del Presidente di Confindustria Emma Marcegaglia. Quest’ultima ha affermato: “La Tav è un’opera fondamentale, ulteriori illegalità non possono essere tollerate e i cantieri devono partire entro la fine del mese“. Il leade dell’Idv invece ha puntato il dito contro lo sgombero: “Le infrastrutture e l’intermodalità sono fondamentali per l’Italia. Ma riteniamo altrettanto fondamentale e prioritario che le infrastrutture non si costruiscano con il manganello“.

Sulla questione TAV interviene anche Legambiente: “Non ha nessun senso l’irrigidimento del Governo sulla TAV in Valsusa, Il Ministro Maroni non autorizzi l’uso della violenza perché sarebbe un abominio! Il movimento della Valsusa non vuole un’opera di forte impatto territoriale, ma sono sempre di più gli esperti che mettono in luce il carattere non prioritario del collegamento AV Torino-Lione per il nostro Paese. Si tratta di un’opera che, nonostante il contributo dall’Europa, è destinata a trasformarsi in una voragine per il nostro debito pubblico: su questi aspetti non si discute con i manganelli, ma con gli strumenti della buona politica“dichiara il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati DezzaIl frazionamento e il ridimensionamento del progetto, recentemente ipotizzato dimostra, infatti, come l’opera non sia così prioritaria come si vuol far credere, a partire dal costosissimo tunnel di base. Nello specifico, inoltre, per quanto riguarda il cunicolo esplorativo de La Maddalena, nel comune di Chiomonte, oggetto delle contestazioni odierne, è pendente un ricorso di Legambiente, WWF, Italia Nostra e Pro Natura per le numerose illegittimità contenute nel progetto stesso. Tutte motivazioni che – secondo Legambiente – dovrebbero portare il governo ad abbandonare le attuali forzature.

Le priorità dell’Italia in termini di infrastrutture rimangono ben altre – ha aggiunto Cogliati Dezza – come ad esempio la realizzazione di reti ferroviarie nelle aree metropolitane e opere di accesso alle grandi infrastrutture di valico per il traffico merci. È il caso del nuovo Gottardo ferroviario, che gli svizzeri completeranno nel 2016, ma che, a causa dell’inadeguatezza delle infrastrutture di accesso dal lato italiano, non sarà utilizzabile per quella data. Un caso che ben rappresenta il nostro Paese, ad oggi sprovvisto di un piano sulla mobilità e la logistica per impostare una seria programmazione dei trasporti. Questo è quello che ci aspettiamo dal Governo, non la politica dei lacrimogeni e dei manganelli”.

Francesca Mancuso

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Facebook