A Firenze il cibo invenduto verrà donato alle famiglie in difficoltà

Cresce l’impegno per dire stop agli sprechi alimentari e per aiutare i bisognosi. Al Mercafir di Firenze il cibo invenduto non verrà gettato tra i rifiuti e sarà donato alle famiglie in difficoltà.

Cresce l’impegno per dire stop agli sprechi alimentari e per aiutare i bisognosi. Al Mercafir di Firenze il cibo invenduto non verrà gettato tra i rifiuti e sarà donato alle famiglie in difficoltà.

L’iniziativa prenderà vita grazie alla collaborazione delle associazioni di volontariato del territorio che si occupano di aiutare le persone che non hanno a disposizione i mezzi economici necessari per garantirsi dei pasti regolari.

Le associazioni di volontariato di Firenze si impegneranno in collaborazione con Mercafir e con il Comune per garantire che il cibo invenduto giunga a destinazione. Al momento si tratta di un progetto sperimentale, come sottolineato dal Comune di Firenze che lo inserisce all’interno delle attività per la lotta alla povertà.

L’iniziativa prenderà il via tra pochi giorni e proseguirà fino a dicembre 2017, secondo gli attuali piani. A Firenze per realizzare questo progetto Mercfair avrà a disposizione un’area di 4422 metri quadrati.

Mercafir gestisce il Centro Alimentare Polivalente di Firenze, dove operano i mercati all’ingrosso dei prodotti ortofrutticoli insieme a strutture di lavorazione e commercializzazione della filiera alimentare. Verranno offerti alle famiglie bisognose i prodotti invenduti proprio dai grossisti che lavorano all’interno di Mercfair.

In particolare, in collaborazione con il Banco Alimentare di Firenze, ci si occuperà di distribuire la frutta e la verdura rimasta sui banchi del mercato alle famiglie bisognose individuate dai servizi sociali della città di Firenze.

Nel 2014 grazie alle attività del Banco Alimentare della Toscana Onlus sono state assistite 80 mila persone con 600 associazioni coinvolte e 3500 tonnellate di cibo distribuite e salvate dai rifiuti.

L’intento è di dare una risposta concreta ai bisogni delle persone che si trovano in condizioni molto fragili. Pensate che un’iniziativa simile potrebbe funzionare anche altrove in Italia?

Marta Albè

Fonte foto: Freedigitalphotos

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