Downshifting e condivisione: Paolo, l’informatico che molla tutto e viaggia intorno al mondo in autostop

Ha mollato tutto per fare un viaggio intorno al mondo in autostop grazie alla condivisione e all'insegna del downshifting. Paolo Leone, programmatore di 31 anni, ha deciso di liberarsi del superfluo, di vendere i suoi averi online e di partire con un solo zaino sulle spalle, un pollice in su e una Gopro in tasca

Ha mollato tutto per fare un viaggio intorno al mondo in autostop grazie alla condivisione e all’insegna del downshifting. Paolo Leone, programmatore di 31 anni, ha deciso di liberarsi del superfluo, di vendere i suoi averi online e di partire con un solo zaino sulle spalle, un pollice in su e una Gopro in tasca.

È in viaggio da quasi un mese grazie alle persone che lo ospitano e gli offrono passaggi. Ha già attraversato Italia, Svizzera, Francia e Spagna, per giungere in Marocco, dove l’abbiamo raggiunto per farci raccontare la sua avventura alla ricerca della vita ‘vera’, dimostrando che si può lavorare di meno, guadagnare meno soldi ma essere realmente più felici.

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Esattamente dove sei in questo momento e come sta andando?

Al momento sono a Marrakech, in Marocco. Scrivo da casa di un amico conosciuto grazie a couchsurfing, Mohammed. Fin ora va tutto alla grande, non ho mai incontrato nessun problema … a parte un funghetto sul collo, ma quello credo capiti a tutti i viaggiatori che escono dal normale circuito del turista. Dopo il Marocco mi dirigerò verso le Canarie, alla ricerca del caldo. Eh sì perché al contrario di quanto si pensi, d’inverno il Marocco è davvero freddo! Ho incontrato molta neve e tanto vento gelido… È ora di riposarsi un po’ no? Dopo le Canarie non ho ancora idea di dove andrò, sicuramente in Australia a Maggio (dato che ho fatto il visto Working Holiday)… ma da ora a maggio e soprattutto dopo l’Australia non so dove mi porterà il vento.

Come si vive solo con lo stretto necessario?

È molto più facile di quel che sembri. Una volta superato lo scoglio principale del liberarsi di tutti (o quasi) i beni materiali che ci circondano nella vita di tutti i giorni, è davvero comodo restare tra le braccia della libertà. Non avere oggetti significa non avere pensieri: niente bollo da pagare, niente bollette in scadenza, niente assicurazione della macchina, niente paura di graffiare il tavolo da 1000 euro che ho in sala, insomma nessuna ansia legata a ciò che si ha. Less is more. Quando si ha il necessario, si impara ad apprezzare ciò di cui si ha bisogno davvero. Una maglietta, un quaderno per scrivere, uno zaino, il proprio tempo libero.

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Quanto le persone sono disposte ad aiutarti. E secondo te perché lo fanno?

Nel corso di questi mesi ho trovato migliaia di persone che mi hanno aiutato. Chi durante il percorso, chi da casa, chi scrivendomi qualche riga. Non c’è un perché, ma solo dei “perché no?”. In questo viaggio sto riscoprendo quella che dovrebbe essere la normale natura umana: aiutare i propri simili, senza aver bisogno di un tornaconto. Ed allora mi ritrovo ospite di persone che non conosco, ricevo richieste di cartoline tramite donazioni Paypal, c’è chi mi dedica poesie o chi mi di dedica playlist musicali. Semplicemente perché ne hanno voglia. Forse anche perché tramite i miei racconti “vivono” un po’ il sogno del mio viaggio, o forse perché condivido informazioni utili… Potrebbero esserci mille perché, ma sinceramente non credo sia quello l’importante. Ciò che conta è aver ritrovato qualcosa che nella società di oggi si è perso: lo spirito di fratellanza ed uguaglianza che ci lega dappertutto. Non importa provenienza, razza o lingua.

Per seguire il viaggio di Paolo e vivere un pezzetto del suo sogno clicca qui

Roberta Ragni

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