Ogni 55 minuti si consuma un reato su animali e ogni 90 una persona viene denunciata. Corse clandestine di cavalli e traffico di cuccioli sono tra le prime emergenze zoomafiose. Aumentano le denunce, ma diminuiscono gli indagati
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Ogni 55 minuti si consuma un reato su animali e ogni 90 una persona viene denunciata. Corse clandestine di cavalli e traffico di cuccioli sono tra le prime emergenze zoomafiose. Aumentano le denunce, ma diminuiscono gli indagati.
È quanto emerge dal Rapporto Zoomafia 2018 “Crimini e animali”, redatto da Ciro Troiano, criminologo e responsabile dell’Osservatorio Zoomafia della LAV che alla sua diciannovesima edizione analizza lo sfruttamento criminale di animali nel 2017.
“Il primo dato che emerge è la conferma della capacità penetrante della criminalità organizzata in settori diversi ma accumunati dal coinvolgimento di animali. Segnali di questo tipo arrivano da diversi filoni, come il traffico di cuccioli, la gestione dei canili, il controllo dei pascoli. Un altro dato da rilevare è la sempre maggiore gestione organizzata delle condotte zoocriminali. Sempre più spesso, infatti, si riscontrano reati associativi, perpetrati da gruppi di individui legati o dal concorso o da vero vincolo associativo”, afferma Ciro Troiano.
I 10 reati più commessi ai danni degli animali:
Combattimenti tra animali
Quello dei combattimenti è un vero affare per la criminalità. Grande e piccola. Migliaia di animali vittime ogni anno. Si tratta di un fenomeno complesso che coinvolge soggetti diversi: i casi più diffusi fanno capo a delinquenti locali, teppisti di periferia, sbandati, allevatori abusivi e trafficanti di cani cosiddetti “da presa”.
Non mancano però casi riconducibili alla classica criminalità organizzata: esiti giudiziari hanno accertato il coinvolgimento di elementi appartenenti alla camorra, alla sacra corona unita, al clan Giostra di Messina e ad alcune ‘ndrine. Ritrovamenti di cani con ferite da morsi o di cani morti con esiti cicatriziali riconducibili alle lotte, furti e rapimenti di cani di grossa taglia o di razze abitualmente usate nei combattimenti, sequestri di allevamenti di pit bull, pagine Internet o profili di Facebook che esaltano i cani da lotta, segnalazioni: questi i segnali che indicano una recrudescenza del fenomeno.
Cosa puoi fare tu. Per contrastare il preoccupante aumento delle lotte clandestine è tornato attivo il numero LAV “SOS Combattimenti” tel. 064461206. Lo scopo è quello di raccogliere segnalazioni di combattimenti tra animali per tracciare una mappa dettagliata del fenomeno e favorire l’attivazione di inchieste giudiziarie e sequestri di animali.
Corse clandestine di cavalli, ippodromi e scommesse
La presenza della criminalità nel mondo dei cavalli, delle corse e degli ippodromi è sempre stata forte. La conferma arriva da recenti inchieste che hanno rivelato l’interesse di alcuni sodalizi mafiosi per le corse illegali di cavalli. Solo nel 2017: 15 interventi delle forze dell’ordine, 6 corse clandestine bloccate, 82 persone denunciate, di cui 61 persone arrestate, 20 cavalli sequestrati.
Secondo i dati ufficiali relativi all’elenco dei cavalli risultati positivi al controllo antidoping, ai sensi del regolamento delle sostanze proibite, 66 cavalli che nel 2017 hanno partecipato a gare ufficiali, sono risultati positivi a qualche sostanza vietata.
Gare svolte in diversi ippodromi d’Italia, da Albenga a Napoli, da Aversa a Firenze, da Torino a Palermo, passando per Treviso, Montecatini, Milano, Siracusa. Queste, invece, alcune delle sostanze trovare nei cavalli da corsa nel 2017: Altrenogest, Benzoilecgonina (metabolita della cocaina), Caffeina, Capsaicina, Desametasone, Diossido di Carbonio (TCO2), Ecgonina Metilestere, Fenilbutazone, Procaina, Stanozololo, Teofillina, Testosterone.
L’affare dei canili e del traffico di cani
Il business legato alla gestione di canili “illegali”, così come il business sui randagi, mantiene intatto il suo potenziale criminale che garantisce agli sfruttatori di questi animali introiti sicuri e cospicui, grazie a convenzioni con le amministrazioni locali per la gestione dei canili.
Cani tenuti in pessime condizioni igieniche, ammalati e non curati, tenuti in strutture fatiscenti, sporche e precarie, animali ammassati in spazi angusti, denutriti: questi alcuni casi accertati.
La tratta dei cuccioli dai Paesi dell’Est si conferma uno dei business più redditizi che coinvolge migliaia di animali ogni anno e che vede attive anche vere e proprie organizzazioni transazionali. Secondo i dati che ci sono stati forniti dagli organi di Polizia Giudiziaria, negli anni 2015 e 2016 sono stati sequestrati 964 cani e 86 gatti (dal valore complessivo di 717.800 euro).
I traffici internazionali di fauna
Nel 2017 i Carabinieri della CITES hanno effettuato 18.797 accertamenti su animali vivi e morti, parti e prodotti derivati da specie tutelate dalla Convenzione di Washington. In particolare, i controlli su animali vivi hanno interessato le tartarughe di terra (4.823 controlli), i pappagalli (2.794 controlli), rapaci diurni e notturni (1.161 controlli), ibridi tra lupo selvatico e canidi (229 controlli), primati (scimpanzé, macachi, ecc.) (52 controlli), felini di grossa taglia (45 controlli), lupi selvatici (4 controlli). Il valore di quanto sottoposto a sequestro è pari a 1.139.623 euro.
Bracconaggio organizzato
I sequestri di armi clandestine testimoniano il forte interesse della criminalità organizzata per alcune attività illegali contro la fauna selvatica. Recenti inchieste hanno accertato gli interessi di alcune ‘ndrine per la caccia di frodo e la vendita di fauna selvatica. Note le infiltrazioni, soprattutto a Sud, di personaggi malavitosi nella cattura e vendita di cardellini e altri piccoli uccelli. In alcuni territori l’uccellagione e i traffici connessi o il bracconaggio organizzato sono sotto il controllo dei clan dominanti.
Armi clandestine, trappole esplosive, munizioni, esplosivi, visori notturni e puntatori a intensificazione di luminosità, fucili illegali, questi alcuni degli strumenti e delle armi sequestrati nel 2017. Senza tregua il traffico di fauna selvatica nel mercato abusivo di Ballarò a Palermo, dove ogni settimana sono venduti centinaia di uccelli.
Macellazione clandestina e abigeato
La penetrazione della criminalità organizzata nel mondo degli allevamenti, della macellazione e della distribuzione della carne trova un’evidente conferma dai provvedimenti adottati dalla magistratura e dai i sequestri della polizia giudiziaria: terreni, allevamenti di bovini e ovini, aziende zootecniche. Ogni anno scompaiono nel nulla circa 150.000 animali.
Abigeato, falso materiale, falso ideologico, percezione illecita di fondi pubblici, traffico di farmaci vietati, associazione per delinquere, traffico di sostanze dopanti, maltrattamento di animali, macellazione clandestina, pascolo abusivo, ricettazione, intestazione fittizia di beni, introduzione di animali in fondo altrui, truffa aggravata, uccisione di animali, commercio alimenti nocivi: sono solo alcuni dei reati accertati nel corso del 2017 tra le illegalità negli allevamenti e nel commercio di alimenti di origine animale. Diverse le forme di macellazione clandestina, che vanno da quella domestica, o per uso proprio, a quella organizzata, riconducibile a traffici criminali, da quella collegata alla caccia di frodo a quella etnica.
Pesca di frodo e le illegalità nel comparto ittico
Nel business del pesce non manca l’infiltrazione della mafia o della camorra che, come diverse inchieste hanno accertato, sono infiltrate in società operanti nel settore ittico. In Calabria la cosca Muto è riuscita a influenzare l’economia locale, monopolizzando, con modalità mafiose, l’offerta di pescato, principale fonte di finanziamento della struttura criminale.
In Sicilia ci sarebbe un vero e proprio “patto mafioso sul commercio di pesce” tra famiglie mafiose per dividersi i proventi derivanti dalla commercializzazione dei “prodotti ittici”. Artefice di questo “patto mafioso” sarebbe il clan Rinzivillo infiltrato nel mercato del settore tramite imprese controllate.
A Taranto, l’operazione “Piovra-2 Respect” ha sgominato un’associazione per delinquere finalizzata all’estorsione ai danni di titolari di impianti di mitilicoltura situati nel Mar Piccolo e titolari di pescherie tarantine, e al furto aggravato di “prodotti ittici”.
Uso di animali a scopo intimidatorio o per lo spaccio di droga
La funzione intimidatoria degli animali è uno dei ruoli che gli animali svolgono nel sistema e nella cultura mafiosa. L’uso di animali come arma o come “oggetti” per intimidire è molto diffuso, di difficile catalogazione e rappresenta un fenomeno che non si può facilmente prevenire. Il recapitare parti di animali rappresenta l’1,65% delle modalità di intimidazione e minacce.Teste mozzate di cinghiali e capretti, gatti morti, uccelli decapitati: alcuni degli atti intimidatori accertati l’anno scorso.
Traffici di animali via internet
Il furto di cani è in aumento e suscita grande allarme. “La fenomenologia è varia e complessa, ma il più delle volte gli animali vengono rubati per il loro valore economico e finiscono poi al mercato nero o usati come riproduttori”, prosegue Troiano.
La vittimologia di questa categoria vede a rischio i cani di razza con pedigree importanti, campioni di bellezza, o campioni di caccia. A questi si aggiungono cani che vengono venduti tramite Internet e canali non ufficiali, come allevatori abusivi o privati che mettono annunci. Vi sono poi i rapimenti con le annesse richieste di riscatto.
Zoocriminalità minorili
Infine, la zoocriminalità minorile, ovvero il coinvolgimento di minorenni o bambini in attività illegali con uso di animali o in crimini contro gli animali.
“La cultura in cui si sviluppano forme di violenza contro gli animali, e in particolare la zoomafia, ha come riferimento un modello di vita basato sulla prevaricazione, l’aggressività sistematica, il disprezzo per le ragioni altrui”, chiosa Troiano.
Inquietanti e preoccupanti i casi elencati nel Rapporto: un gattino preso a calci come un pallone; un cigno preso a sassate da un gruppetto di ragazzi; un ragazzino che spara nel bosco con il fucile del padre.
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Dominella Trunfio
Foto: LAV