Ogni ora, in Italia, la Procura apre un nuovo fascicolo per reati contro gli animali. Dal traffico di cuccioli alle corse clandestine di cavalli, è una criminale abitudine che non accenna diminuire quella portata avanti dalle zoomafie. Le illegalità che colpiscono gli animali sono diverse, ma un dato emerge su tutti: la ripresa dei combattimenti tra cani
Ogni ora, in Italia, la Procura apre un nuovo fascicolo per reati contro gli animali. Dal traffico di cuccioli alle corse clandestine di cavalli, è una criminale abitudine che non accenna diminuire quella portata avanti dalle zoomafie. Le illegalità che colpiscono gli animali sono diverse, ma un dato emerge su tutti: la ripresa dei combattimenti tra cani.
È quanto emerso dal Rapporto Zoomafia 2014, redatto da Ciro Troiano, criminologo e responsabile dell’Osservatorio Zoomafia della LAV. Giunta alla sua 15esima edizione, lo studio si è incentrato su “illegalità, malaffare e crimini contro gli animali” usando i dati delle procure italiane.
Rimane saldo il numero di reati della cosiddetta “cupola del bestiame”, quello della macellazione clandestina e le sofisticazioni alimentari, ma è allerta anche per la pesca illegale e la diffusione web dei traffici di animali.
I reati
Ogni settimana, in Italia, vengono importati circa 2000 cani. Non a caso, il traffico clandestino di cuccioli ha una vasta diffusione ed è considerato la prima emergenza zoomafiosa. Sempre più spesso, nei Paesi di origine. i cuccioli vengono comprati per pochi euro, spesso arrivano ammalati e accompagnati da falsi pedigree e da documentazione contraffatta, per poi essere venduti a cifre molto più alte. Un giro d’affari gestito da gruppi organizzati che smerciano i piccoli grazie all’aiuto di venditori compiacenti. Sono 670 circa i cuccioli sequestrati (dal valore complessivo di circa 530mila euro) e 77 le persone denunciate nel 2013. Oltre agli italiani, vi sono anche slovacchi, rumeni, spagnoli, marocchini, serbi.
A seguire le corse clandestine di cavalli, che finiscono spezzo con la loro morte, l’abbandono o òla macellazione abusiva. Attorno a questa malsana pratica ruotano doping, scommesse illegali e furti. Ma lo scorso anno, vi è stata una pericolosa diminuzione delle attività di polizia giudiziaria volte alla repressione delle corse clandestine di cavalli. È stata bloccata solo una corsa clandestina e una gara di forza, mentre sono state 23 le persone denunciate e 25 i cavalli sequestrati. Ma la verità non è questa, ma quella veicolata dal numero sempre crescente di video che circola sul web. In sedici anni, dal primo Rapporto Zoomafia a oggi, ovvero dal 1998 al 2013, sono state denunciate 3321 persone, 1228 cavalli sequestrati e 107 corse e gare clandestine bloccate.
Inutile illudersi. Non poteva mancare il lucroso reato dei combattimenti tra cani, un fenomeno mai sconfitto, ma che per un periodo è sicuramente diminuito. Nel 2013 sono stati sequestrati 16 cani per attività inerenti i combattimenti, è stato interrotto un combattimento in corso e sono state denunciate 12 persone di cui un minorenne.
Vi è poi il traffico internazionale di animali o parti di essi, che in Italia trova terreno fertile sia come via di transito che come meta finale. Secondo i dati del 2013, c’è stato un aumento del 10% del commercio e della detenzione illegale delle specie protette e tutelate dalla CITES rispetto all’anno precedente. Avorio, serpenti, scorpioni, macachi, pappagalli, tartarughe, ma anche caviale, prodotti in pelle di animali protetti sono il cuore del business internazionale di fauna esotica protetta per un giro d’affari milionario. Il bracconaggio con i reati relativi all’uso e detenzione di armi e munizioni conferma la sua pericolosità.
Anche il randagismo non accenna a diminuire. Solo nel 2013 sono state sequestrate almeno 11 strutture per un totale di 1700 cani in pessime condizioni igieniche e di salute, tenuti in strutture fatiscenti.
Per non parlare del mare. La cosiddetta filiera del pesce è uno dei comparti più a rischio illegalità. Vi è una sorta di abitudine diffusa al malaffare che va dalla pesca al commercio al dettaglio, favorita dalla debole risposta delle istituzioni, dalle sanzioni irrisorie, dalle deroghe e dai permessi speciali.
Si passa poi alla cosiddetta Cupola del bestiame, un sistema illegale legato alla gestione di allevamenti, alle truffe, al traffico di medicinali e sostanze dopanti, al furto di animali da allevamento, alla falsificazione di documenti sanitari con infiltrazioni della criminalità organizzata.
E per chiudere in bellezza, vi èl’uso di animali a scopo intimidatorio, per droga e la diffusione di foto e video sul web che mostrano violenze contro gli animali. Una ricerca condotta negli Emirati Arabi dall’IFAW ha permesso di scoprire in quattro settimane 11 siti specializzati nella vendita di animali e un totale di 796 annunci.
Dove
Secondo il rapporto, tenendo presente i dati forniti dalle Procure, lo scorso anno sono stati aperti 759 procedimenti penali, di cui 506 a carico di noti e 253 a carico di ignoti. La Procura con meno procedimenti per reati contro gli animali è quella di Nola (NA) con solo 9 procedimenti (5 noti e 4 ignoti). Seguono La Spezia con 11 procedimenti (2 noti e 9 ignoti); Camerino (MC) con 12 (2 noti e 10 ignoti), Ivrea (TO) con 12 (7 noti e 5 ignoti); Sciacca (AG) sempre con 12 fascicoli tutti a carico di ignoti. Ancora: Aosta con 14 (13 noti e 1 ignoti); Spoleto (PG) con 15 (4 noti e 11 ignoti); Sanremo (IM) con 16 (4 noti e 12 ignoti); Gela (CL) con 17 (9 noti e 8 ignoti); Pescara con 18 (5 noti e 13 ignoti) e Caltagirone (CT) con 20 (6 noti e 14 ignoti). Vi è poi la Procura di Brescia, che si è confermata quella con il maggior numero di procedimenti sopravvenuti.
Una piccola, piccolissima buona notizia. Nessuna Procura nel 2013 ha presentato procedimenti per tutti i 7 reati analizzati, al massimo si arriva a 6 su 7 a Civitavecchia, Lucera, Modena, Palermo, Reggio Calabria, Torre annunziata.
Francesca Mancuso
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