Reso pubblico il nuovo rapporto Zoomafia 2022 della Lav, che restituisce un quadro preoccupante. Gli atti di crudeltà nei confronti degli animali stanno aumentando nel nostro Paese, sono 7 i maggiori crimini più ricorrenti
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Combattimenti clandestini fra animali, macellazioni illegali, canili lager, ma la lista purtroppo è decisamente più lunga. È la “zoomafia”, che include i crimini commessi a danno degli animali che fanno rabbrividire solo al pensiero. Nel nostro Paese queste nefandezze stanno aumentando, invece di diminuire.
A renderlo noto è il Rapporto Zoomafia 2022 redatto dal criminologo e responsabile dell’Osservatorio Zoomafia della LAV Ciro Troiano. Come ogni anno il report getta luce sui peggiori crimini che vedono vittime gli animali. Sono 7 reati i più riscontrati in Italia.
I principali crimini a danno degli animali
Come per il Rapporto del 2021, il reato maggiore che continua a essere commesso nella Penisola è l’uccisione di animali. Nello scorso anno tale crimine ammontava al 34,90% con 2624 procedimenti registrati, di cui 361 noti e 2263 ignoti. Rispetto al 2020 però la percentuale è calata leggermente, ma in alcun modo da potersi ritenere soddisfatti.
A seguire:
- maltrattamento di animali, art. 544ter c.p., con 2318 procedimenti (1038 noti e 1280 a carico di ignoti), pari circa al 30,83% dei procedimenti registrati, e 1383 indagati
- reati venatori, art. 30 L. 157/92, con 1188 procedimenti (885 noti e 303 a carico di ignoti), pari al 15,80% dei procedimenti presi in esame, con 1046 indagati
- abbandono o detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura, art. 727 c.p., con 940 procedimenti (632 noti e 308 a carico di ignoti), pari al 12,50%, con 750 indagati
- uccisione di animali altrui, art. 638 c.p., con 388 procedimenti (71 noti e 317 a carico di ignoti), pari al 5,16%, con 86 indagati
- traffico di cuccioli, art. 4 L. 201/10, con 38 procedimenti (36 noti e 2 a carico di ignoti), pari allo 0,50% del totale dei procedimenti per reati a danno di animali, con 67 indagati
- organizzazione di combattimenti tra animali e competizioni non autorizzate, art. 544quinquies c.p., con 12 procedimenti (7 noti e 5 ignoti), pari allo 0,15%, e 135 indagati. La maggioranza degli indagati riguarda l’organizzazione di corse clandestine di cavalli
- Spettacoli e manifestazioni vietati, art. 544quater c.p., con 9 procedimenti (6 noti e 3 ignoti), pari allo 0,11% di tutti i reati contro gli animali registrati, con 44 indagati
Aberrante è anche la frequenza con cui queste crudeltà vengono commesse. Una ogni 55 minuti, 14 indagati al giorno secondo i fascicoli condivisi da 105 Procure su tutto il territorio nazionale per l’anno 2021. E, come sottolinea Troiano, questi dati sono la punta dell’iceberg trattandosi solamente dei crimini di cui si è al corrente.
La geografia della Zoomafia
La Procura di Brescia si riconferma essere quella con il registro più ampio di reati commessi a danno degli animali. Di questi oltre il 50% riguardano l’attività venatoria contro la fauna selvatica. Dati che non sorprendono essendo Brescia e provincia un “hotspot di bracconaggio”.
Seguono poi Bergamo, Verona, Vicenza, Como, Napoli, Firenze, Roma, Ravenna, Genova, Treviso, Oristano e Arezzo.
Analizzando la distribuzione geografica dei reati contro gli animali è possibile fare una mappatura della criminalità, crime mapping. La mappatura, fornendo indicazioni sulla manifestazione del reato nello spazio e nel tempo, consente di ipotizzare in modo attendibile la tendenza futura dei comportamenti criminali analizzati nelle aree interessate e di individuare hotspot nei quali il problema assume caratteri allarmanti, ha dichiarato Ciro Troiano.
Il business dei cani di razza, dei canili e delle corse clandestine dei cavalli
Il traffico di cuccioli di razza e le corse clandestine sono tra le attività più redditizie della criminalità e al contempo tra i fenomeni più preoccupanti che emergono dalle indagini sulla zoomafia.
È cosa nota quanto il commercio di animali di razza, provenienti in particolar modo dai Paesi dell’Est, attiri nel nostro Paese un giro d’affari enorme. Solamente nel 2021 sono 450 i cuccioli di cane sequestrati dai controlli delle Forze dell’ordine e 17 i soggetti denunciati.
Non sono da meno i canili lager in cui vengono stipati quanti più cani randagi possibili per poter beneficiare delle convenzioni con le amministrazioni locali. Quelli posti sotto sequestro nel 2021 sono 11, contro i 4 del 2020, e “ospitavano” oltre 1200 cani cadauno. 52 sono invece i Pit Bull sottratti ai combattimenti illegali, la cui maggior parte allevata in strutture illecite e decadenti.
Altrettanto allarmanti sono le corse di cavalli, sia clandestine che quelle ufficiali organizzate in ippodromi. Lo scorso anno si è assistito al sequestro di 32 equini, alla denuncia di 12 corse illegali – 10 quelle del 2020 – e a 130 persone. Nelle competizioni agonistiche sono invece 60 i cavalli da corsa risultati positivi ai test antidoping. La geografia del doping vede Albenga in prima posizione, seguita da Aversa e Bologna.
Leggi anche: Traffico di cuccioli di cani e gatti dall’Est Europa: cos’è e tutto quello che devi sapere
Il traffico di animali e la rete
Il traffico della fauna internazionale ha visto un significativo incremento grazie alla rete web, andamento confermato anche per il 2021. Complici le piattaforme social accessibili a tutti dove il mercato clandestino si sta espandendo. Nel web non è affatto difficile imbattersi in annunci di vendita di animali esotici o souvenir fatti con resti di animali privi della documentazione necessaria per il commercio.
Una nostra recente inchiesta ha dimostrato che solo il 38% degli annunci Internet relativi ad animali in CITES o protetti faceva riferimento all’esistenza di documentazione comprovante la regolarità del possesso, della vendita, o dell’allevamento, mentre per il restante 62%, non vi era nessun cenno alla documentazione, sostiene Troiano.
Internet si riconferma essere anche lo strumento attraverso il quale condividere immagini e video violenti di maltrattamenti animali. Molte le indagini su minori, responsabili o coinvolti in crimini di zoomafia. Dal tagliare la coda a un cane o bruciare vivo un gatto. Azioni a dir poco diaboliche.
I “valori” di riferimento sono l’esaltazione della forza, la mascolinità, il disprezzo del pericolo, il potere dei “soldi”. In questa dimensione valoriale, le corse clandestine di cavalli o i combattimenti tra cani trovano
una facile collocazione. I bambini e gli adolescenti coinvolti vengono proiettati in un mondo adulto, “virile”, dove la sicurezza individuale e la personalità si forgiano con la forza, con l’abitudine all’illegalità, con la disumanizzazione emotiva, conclude Troiano.
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Fonte: Osservatorio Zoomafie Lav
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