Una creatura leggendaria. Lo Yeti affascina da sempre ma un nuovo studio ha dimostrato che l'abominevole uomo delle nevi in realtà non era una creatura mitica
Una creatura leggendaria. Lo Yeti affascina da sempre ma un nuovo studio ha dimostrato che l’abominevole uomo delle nevi in realtà non era una creatura mitica.
Si trattava infatti di un orso bruno. Numerosi studi ne hanno smentito l’esistenza. L’ultima arriva dalla Buffalo University che ha esaminato il DNA ricavato da un campione di peli proveniente da un presunto Yeti in Nepal, avvistato da un sacerdote gesuita nelle montagne della regione negli anni ’50.
La biologa Charlotte Lindqvist ne ha sequenziato il DNA e ha scoperto che il campione proveniva effettivamente da un orso bruno tibetano. Secondo le storie che circolano sullo Yeti, si trattava di una misteriosa creatura simile a una scimmia che abitava nelle alte montagne dell’Asia, tra Nepal e Tibet.
Gli avvistamenti sono stati segnalati per secoli. Sono state individuate impronte. Le storie sono state tramandate di generazione in generazione ma il nuovo studio sui campioni provenienti da musei e collezioni private fornisce informazioni sulle origini di questa leggenda himalayana.
I campioni di Yeti che la studiosa ha esaminato le sono stati forniti dalla società di produzione britannica Icon Films, utilizzati nello speciale del 2016 su Animal Planet “YETI OR NOT”, che esplorava le origini dell’essere leggendario.
La ricerca, pubblicata il 29 novembre dalla Royal Society, ha analizzato nove esemplari di “Yeti”, esaminando ossa, denti, pelle, capelli e campioni fecali raccolti nell’Himalaya e nell’altopiano tibetano. Tra questi, uno era un cane. Gli altri otto erano di orsi neri asiatici, orsi bruni himalayani o orsi bruni tibetani.
“Le nostre scoperte suggeriscono fortemente che le basi biologiche della leggenda dello Yeti possono essere trovate negli orsi locali, e il nostro studio dimostra che la genetica dovrebbe essere in grado di svelare altri misteri simili”, spiega Lindqvist, professoressa associata di scienze biologiche all’università al Buffalo College of Arts and Sciences e alla Nanyang Technological University di Singapore.
Il team di Lindqvist non è il primo a ricercare il DNA dello Yeti, ma i progetti portati avanti finora hanno condotto analisi genetiche più semplici, che hanno lasciato domande irrisolte importanti.
“Questo studio rappresenta l’analisi più rigorosa fino ad oggi di campioni sospettati di derivare da creature anomale o mitiche come ‘ominidi”.
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L’analisi ha permesso di scoprire anche che mentre gli orsi bruni tibetani condividono una stretta ascendenza comune con i loro parenti nordamericani ed euroasiatici, gli orsi bruni himalayani appartengono a un lignaggio evolutivo distinto che si è differenziato presto da tutti gli altri orsi bruni.
Francesca Mancuso