Xanda come Cecil: anche il figlio del leone ucciso da un cacciatore

Vi ricordate la storia di Cecil, il leone simbolo dello Zimbabwe ucciso da un cacciatore di trofei nel 2015? Ebbene la triste vicenda si è ripetuta, questa volta a farne le spese è stato uno dei figli di Cecil, Xanda.

Vi ricordate la storia di Cecil, il leone simbolo dello Zimbabwe ucciso da un cacciatore di trofei nel 2015? Ebbene la triste vicenda si è ripetuta, questa volta a farne le spese è stato uno dei figli di Cecil, Xanda.

I ricercatori dell’università di Oxford che controllano la popolazione dei leoni all’interno del parco nazionale di Hwange hanno identificato Xanda grazie al collare per il monitoraggio che aveva in dotazione. Il giovane esemplare di circa 6 anni e padre di molti cuccioli era il figlio più grande di Cecil ed è stato ucciso per puro divertimento da Richard Cooke, lo stesso cacciatore professionista dello Zimbabwe che nel 2015 aveva guidato la battuta di caccia che aveva portato alla morte di un altro figlio di Cecil.

A sparare sarebbe stato in realtà un suo cliente non ancora identificato. Ma sapete la cosa più assurda? Si è svolto tutto nella legalità! È infatti possibile uccidere un leone che abbia almeno 6 anni purché si trovi al di fuori del parco nazionale di Hwange. La caccia è proibita infatti solo all’interno della riserva, che è un’area protetta, ma gli animali come Xanda e Cecil sono a rischio se vagano al di fuori dei confini (e spesso, come nel caso di Cecil, vengono attirati fuori con un’esca).

L’”etico” cacciatore ha restituito il collare ai ricercatori e ha comunicato quello che era successo. Ma che ne sarà ora dei cuccioli di Xanda? Il Dr. Luke Hunter, presidente e responsabile del gruppo Panthera che si occupa della conservazione dei grandi felini, ha dichiarato che la morte di Xanda lascia i suoi cuccioli vulnerabili.

“Il ruolo del maschio nella società del leone è quello di fornire sicurezza. I leoni maschi proteggono le femmine e i cuccioli da minacce come quelle di altri maschi aggressivi che possono tentare di prendere possesso del gruppo. Se un maschio estraneo prende il sopravvento, la prima cosa che fa è uccidere i cuccioli per far posto alla propria progenie. Mentre questo processo avviene naturalmente, la caccia lo accelera e porta maschi giovani e forti ad essere prematuramente uccisi al posto dei maschi più anziani e deboli che sarebbero stati superati da meccanismi naturali”.

Ma la perdita di Xanda è grave anche per il programma di conservazione di Oxford. Il leone era infatti monitorato attraverso un collare elettronico e forniva dati importanti agli scienziati. È evidente che si rende necessario stabilire quanto meno una zona neutra anche al di fuori dei confini del parco in modo da proteggere il più possibile gli animali dalle bramosie dei cacciatori.

cecil xanda
xanda gruppo

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C’è da rimanere disgustati di fronte alla pratica della caccia al trofeo che coinvolge turisti che pagano affinché dei professionisti li guidino nella battuta di caccia di grandi predatori come appunto i leoni. Si tratta di un’industria particolarmente lucrativa nello Zimbabwe. Nella maggior parte dei casi, a pagare fiori di quattrini sono facoltosi turisti di Stati Uniti, Regno Unito, Germania e Sudafrica che arrivano a sborsare anche 65mila euro per uccidere un leone e vedersi recapitare comodamente a casa propria la testa e la pelle come trofeo.

La vicenda di Cecil sconvolse il mondo ambientalista (e non) accendendo i riflettori sul fenomeno della caccia al trofeo. Dopo 2 anni possiamo dire che a nulla è servita la mobilitazione internazionale dato che continuano a morire animali innocenti per un sadico divertimento tutto umano.

Francesca Biagioli

Foto: lion.guardians.hwange

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