In pericolo la misura che consente ai veterinari di prescrivere farmaci umani equivalenti per la cura degli animali. Nel nuovo decreto legislativo per i medicinali veterinari non è infatti presente. Le associazioni animaliste si sono rivolte al Governo con una petizione per scongiurare il rischio
Cani, gatti, conigli sono gli animali da compagnia di cui si prendono cura maggiormente gli italiani. Adottare un animale domestico comporta impegno, tempo e naturalmente cure anche piuttosto costose. I farmaci veterinari hanno infatti prezzi elevatissimi.
Questi medicinali costano mediamente 5 volte in più di quelli destinati a uso umano, una spesa elevata che non tutti possono permettersi. Per venire incontro ai proprietari di animali e contrastare il randagismo, anni fa è stato raggiunto uno risultato importantissimo nel nostro Paese: la possibilità di prescrivere farmaci umani equivalenti contenenti il medesimo principio attivo per le cure veterinarie.
Ora, però, questa possibilità potrebbe venire meno. Del provvedimento non c’è traccia nel nuovo schema di decreto legislativo sui medicinali veterinari che ha ricevuto parere favorevole dalle Commissioni parlamentari.
Ciò rappresenta un serio problema poiché significa sostanzialmente impedire a moltissime famiglie di italiani di poter curare i loro animali. Per questo motivo la LAV, La Lega Antivivisezione, ha lanciato una petizione per chiedere al Governo italiano di mantenere il diritto alla cura degli animali domestici.
Cani, gatti e altri animali non sono beni di lusso sebbene in Italia le cose non stiano proprio così. L’aliquota IVA per i prodotti per animali e per le spese veterinarie è infatti altissima.
Chiediamo al Premier Meloni, al Ministro della Salute Orazio Schillaci e al sottosegretario Marcello Gemmato di mantenere nel nuovo Regolamento sul medicinale veterinario la possibilità di curare gli animali con un farmaco umano, meno costoso, che contenga lo stesso principio attivo del farmaco umano per assicurare il diritto alle terapie dei 19 milioni tra cani e gatti presenti nelle case italiane” sono state le parole dell’associazione animalista.
Già nel 2021 le aziende farmaceutiche avevano messo in pericolo la misura, facendo ricorso in tribunale. Adesso si rischia un colossale passo indietro, ma non solo. Il decreto potrebbe portare a un incremento degli abbandoni e delle rinunce di proprietà perché con i costi esorbitanti delle spese veterinarie e del pet food le famiglie non possono occuparsi più dei loro animali.
Non facciamo in modo che ciò accada. Puoi unirti alla protesta e firmare la petizione QUI.
Seguici su Telegram | Instagram | Facebook | TikTok | Youtube
Fonte: LAV
Leggi anche: