Vittoria per il mare (e per noi)! Nasce la più grande riserva marina dell’Adriatico

Dopo anni di campagne e negoziati, guidati da MedReAct e dall'Adriatic Recovery Project, nel Canale di Otranto, tra Italia e Albania, nasce la più grande riserva marina dell'Adriatico. Un passo importante per la tutela di un ecosistema unico

Una buona notizia per l’ambiente e per la biodiversità del Mediterraneo: la Commissione Generale della Pesca nel Mediterraneo (CGPM) ha istituito la più grande riserva marina dell’Adriatico, nel Canale di Otranto. Un traguardo raggiunto dopo anni di campagne e negoziati, guidati da MedReAct e dall’Adriatic Recovery Project, che finalmente offre una protezione concreta a questo ecosistema unico.

La nuova zona di restrizione alla pesca (FRA) si estende per oltre 1.900 km2 e prevede il divieto di pesca di fondo. Un’ulteriore area cuscinetto di circa 700 km2 sarà sottoposta a limitazioni per ridurre l’impatto della pesca.

Biodiversità da proteggere

Il Canale di Otranto è un’area di straordinaria importanza ecologica. I suoi ripidi pendii, che raggiungono profondità di oltre 900 metri, ospitano una ricca varietà di habitat e specie marine. Tra queste, spiccano i coralli bianchi, le aggregazioni di spugne profonde e alcuni dei più importanti giardini di Isidella elongata del Mediterraneo, una gorgonia che svolge un ruolo fondamentale per l’ecosistema marino e la cui sopravvivenza è messa a rischio dalla pesca a strascico e dal riscaldamento delle acque, come racconta uno studio pubblicato su Nature lo scorso marzo.

“Il Canale di Otranto costituisce un’area unica in Adriatico grazie ai suoi ripidi pendii e alla presenza di caratteristiche fisiche che influenzano la circolazione delle acque e lo scambio idrico con l’intero bacino del Mediterraneo”, spiega MedReAct. “I suoi fondali, ricchi di organismi, ospitano coralli bianchi e aggregazioni di spugne profonde nonché alcuni dei più importanti giardini di Isidella elongata del Mediterraneo”.

L’Isidella elongata, nota anche come “corallo bamboo”, forma colonie che fungono da nursery per gamberi, naselli e scampi, aumentando la biodiversità marina e sostenendo la pesca.

Un rifugio per specie a rischio

Oltre alla ricchezza dei fondali, il Canale di Otranto è un habitat cruciale per delfini, tartarughe marine, diavoli di mare e balene di Cuvier. Nel 2021, oltre 100 ricercatori di 37 università e centri di ricerca italiani hanno lanciato un appello per la sua protezione, sottolineando l’importanza di preservare questo corridoio ecologico per la migrazione e la riproduzione di numerose specie.

Un modello da replicare

L’istituzione della riserva marina nel Canale di Otranto segue il successo della FRA nella Fossa di Pomo, in Adriatico centrale, creata nel 2017. In quest’area, si è registrato in pochi anni un incredibile aumento della biomassa di scampi e naselli, a dimostrazione che la protezione degli habitat marini porta benefici concreti anche per la pesca.

“Dopo l’istituzione della FRA della Fossa di Pomo e di quella del Canyon di Bari, l’istituzione di una nuova riserva marina nel Canale di Otranto costituisce un ulteriore passo verso la creazione in Adriatico della prima rete di FRA del Mediterraneo: un modello da replicare nel resto della regione“, ha dichiarato Domitilla Senni di MedReAct.

La creazione di una rete di aree marine protette è fondamentale per salvaguardare la biodiversità del Mediterraneo, uno dei mari più sfruttati al mondo e più condizionati dagli effetti del cambiamento climatico. Le riserve marine consentono agli ecosistemi di rigenerarsi, proteggono le specie a rischio e contribuiscono a una gestione sostenibile delle risorse ittiche.

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