Box in cui non hanno la possibilità di muoversi o girarsi liberamente, costretti a stare sempre nella stessa posizione, dopo essere stati brutalmente tolti alla madre prematuramente, perché il latte che avrebbe dovuto nutrirli viene destinato all'industria lattiero-casearia. Ecco la triste sorte dei vitellini negli allevamenti intensivi italiani.
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Box in cui non hanno la possibilità di muoversi o girarsi liberamente, costretti a stare sempre nella stessa posizione, dopo essere stati brutalmente tolti alla madre prematuramente, perché il latte che avrebbe dovuto nutrirli viene destinato all’industria lattiero-casearia. Ecco la triste sorte dei vitellini negli allevamenti intensivi italiani.
Allevati in box singoli, come mostrano queste immagini girate da CIWF che limitano la possibilità di movimento e di socializzazione dei vitelli, condizionandone negativamente il soddisfacimento delle necessità etologiche.
Questi vitelli ripresi dalle telecamere nascoste nel 2017 hanno otto settimane di vita e dopo essere stati strappati alla madre sono costretti alla solitudine, nonostante i bovini siano animali sociali per natura.
In Italia, secondo i dati Ismea ogni anno nascono quasi 1,8 milioni di vitelli a mentre, secondo i dati Istat circa 340mila sono importati annualmente.
Malattie respiratorie e non solo
Le patologie che più spesso colpiscono i vitelli negli allevamenti intensivi sono diarrea e malattie respiratorie a causa del cattivo alloggiamento e scorretta ventilazione. Problemi che sono meno frequenti quando gli animali sono allevati in gruppi e al pascolo, liberi di sviluppare la loro capacità di stare con i propri simili esprimendo i loro naturali comportamenti sociali.
Le mucche da latte e vitellini
Parlando di vitelli, non possiamo non ricordare anche che in Italia vi sono circa 2 milioni di mucche da latte che quasi mai non hanno accesso al pascolo. Come in tutti gli allevamenti intensivi, da loro si esige una produttività massima, che si accompagna spesso a zoppie, mastiti (infiammazioni delle mammelle) e una breve aspettativa di vita.
I vitelli maschi prendono la direzione della filiera della carne, dove vengono generalmente ingrassati in sistemi intensivi che non soddisfano i loro bisogni fisiologici e comportamentali.
Cosa puoi fare tu
L’Iniziativa dei Cittadini Europei “End the Cage Age” chiede la fine dell’uso di tutte le gabbie negli allevamenti degli animali allevati a scopo alimentare: più di 300 milioni di animali, oltre ai vitelli anche conigli, galline, oche, scrofe e quaglie.
L’Ice è sostenuta da 140 associazioni europee in 24 paesi e l”obiettivo è raccogliere un milione di firme entro l’11 settembre 2019 per far sì che la Commissione si esprima riguardo alla richiesta della petizione.
La petizione è già stata firmata dal Ministro della Salute Giulia Grillo in occasione del lancio nazionale lo scorso 16 ottobre presso la Camera dei Deputati. Le firme raccolte in UE sono già 180mila.
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Dominella Trunfio