Il 28 febbraio scadrà l’Ordinanza del Ministero della Salute che ha sospeso solo temporaneamente le attività degli allevamenti di visoni.
Il prossimo 28 febbraio arriverà a scadenza l’Ordinanza del Ministero della Salute che ha sospeso solo temporaneamente le attività degli allevamenti di visoni in Italia. Ciò vuol dire che a breve ritornerà l’orrore dello sfruttamento dei visoni per farne pellicce, in luoghi che, peraltro, sono potenziali serbatoi del virus SARS-CoV-2.
Per questo, dopo il tweet-storm di ieri in cui attivisti e simpatizzanti sono stati invitati a mandare dieci tweet al ministro della Salute, Roberto Speranza, oggi la LAV e Essere Animali hanno manifestato davanti alla sede del Ministero, oltre ad aver previsto una serie di iniziative online e in presenza per chiedere la chiusura degli allevamenti di visoni presenti in Italia.
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La richiesta è una sola: il Ministro della Salute Roberto Speranza può modificare la temporanea sospensione fino al 28 febbraio dell’attività di allevamento dei visoni, disposta con l’Ordinanza del 21 novembre 2020, in un definitivo divieto di allevamento.
“Allevare visoni per farne pellicce è crudele e pericoloso per la salute pubblica – scrive la Lav in un comunicato – a causa del rischio di diffusione del coronavirus, anche mutato, dagli animali all’uomo. Attività non indispensabile, già vietata in altri Paesi (anche in epoca pre-Covid) e che ora, anche per i rischi sanitari, non ha più ragione di esistere. Unica soluzione è vietare gli allevamenti di visoni e di ogni altro animale per la produzione di pellicce”.
La petizione
In Olanda, tra aprile e ottobre 2020, focolai in oltre 60 allevamenti hanno causato almeno 66 episodi di COVID-19 dovuti al passaggio del virus dai visoni all’uomo. Nonostante le misure di biosicurezza imposte, e oltre 2 milioni di animali già abbattuti, la diffusione del virus tra i visoni non si è fermata e così il Governo olandese ha decretato la definitiva chiusura di tutti gli allevamenti di visoni entro il 2020.
Stessa e più grave situazione si è verificata in Danimarca dove, ad ottobre, con oltre 100 focolai in allevamenti di visoni e almeno 150 casi documentati di contagio visone-uomo, il governo ha deciso di abbattere milioni di animali.
Focolai di SARS-CoV-2 sono già stati individuati anche negli allevamenti di visoni in Spagna e USA.
In Italia ci sono ancora 8 allevamenti con circa 100mila visoni nelle province più colpite dalla pandemia:
- 3 in Lombardia nelle province di Brescia, Cremona;
- 2 in Veneto nelle province di Padova, Venezia;
- 2 in Emilia-Romagna nelle province di Forlì-Cesena, Ravenna;
- 1 in Abruzzo, in provincia de L’Aquila.
Alla sofferenza degli animali, costretti a vivere in piccoli spazi, ammassati tra loro e poi uccisi con il gas, si aggiunge un alto rischio sanitario: dagli allevamenti di questi animali possono nascere e diffondersi nuove e gravi malattie trasmissibili anche all’uomo.
“Nonostante l’80% degli italiani sia contrario alle pellicce, le nostre proposte di Legge per vietarli non sono mai state prese in considerazione”, dicono.
In Europa molti Stati hanno già vietato gli allevamenti di animali “da pelliccia”: il Regno Unito, l’Austria, la Francia, il Belgio, la Slovenia, la Croazia, il Lussemburgo, la Repubblica Ceca, la Germania e l’Olanda. Anche in Polonia si sta discutendo proprio in questi giorni sulla chiusura di tutti gli allevamenti di animali utilizzati per la produzione di pellicce. Tutti questi Paesi hanno preso una decisione responsabile e, considerata la pandemia di Covid-19 e l’alta probabilità di diffusione del virus da questi allevamenti, previdente.
Firma QUI la petizione per chiudere definitivamente gli allevamenti di visoni.
Fonte: LAV / Visoni Liberi / Essere Animali
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