Vittoria! Da adesso gli animali domestici utilizzati per la sperimentazione scientifica potranno essere adottati anche dalle famiglie, come previsto dal decreto appena pubblicato
Si apre uno spiraglio di luce per tantissimi animali che hanno vissuto sulla loro pelle le torture legate alla sperimentazione nei laboratori del nostro Paese. Finora la maggior parte di conigli, criceti e altre specie finiva per essere soppressa a conclusione dei test condotti dagli scienziati, ma d’ora in poi potranno vivere una seconda vita in una famiglia, oltre che in strutture gestite da associazioni animaliste e nei parchi zoologici. Lo prevede il decreto pubblicato un paio di giorni fa in Gazzetta Ufficiale.
A distanza di 8 anni, finalmente, vede luce il Decreto sul reinserimento degli animali usati nei laboratori, grazie ad un articolo, il 19, previsto dal Decreto Legislativo n. 26 che già nel 2014 sanciva l’importanza di dare un futuro alle cavie usate al termine degli esperimenti. – commenta la LAV (Lega Anti Vivisezione), esprimendo grande soddisfazione per questo traguardo – Fin dalla stesura di tale legge e per tutti questi anni, ci siamo battuti affinché la liberazione degli animali dai laboratori fosse una priorità, infatti, oltre che utilizzati in test crudeli, inutili e dannosi, dietro alle sbarre delle gabbie si nasconde la vergognosa e silenziosa prassi di sopprimerli a termine procedura anche se non lo prevede il protocollo.
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Una nuova vita per tanti animali che hanno vissuto un terribile incubo sulla loro pelle
Grazie al nuovo decreto le famiglie interessate avranno l’opportunità di accogliere in casa un animale domestico che altrimenti sarebbe stato abbattuto e smaltito come si fa con i rifiuti.
Nel decreto appena pubblicato viene chiarito che gli enti che dispongono di animali da reinserire o reintrodurre devono trasmettere la proposta di affidamento alle associazioni selezionate dal Ministero della Salute. “Lo stabilimento affidatario espletato il programma di reinserimento può collocare l’animale da compagnia in ambito familiare” si legge nel testo.
Il decreto, grazie al nostro intervento, ha portato alla possibilità di adottare cani e gatti in famiglia, ottenere l’affido per associazioni di protezione animale e avviare piani di recupero presso parchi specializzati come quello toscano che ospita le colonie di macachi salvate dai laboratori delle università, condizioni basilari che non erano presenti nella prima stesura. Resta, purtroppo, fattibile che l’animale, già sfruttato nel laboratorio, entri nella filiera zootecnica, subendo ulteriori abusi e violenze. – sottolinea la LAV – Al momento meno dello 0.1% degli animali viene recuperato a termine esperimento e i quasi 600.000 animali all’anno, usati nei nostri laboratori, vengono “semplicemente” soppressi; tale consuetudine deve immediatamente finire e auspichiamo che questo decreto segni il primo passo verso un concreto cambiamento perché ogni animale, sebbene destinato alla sperimentazione, è un essere senziente che va protetto.
Nel corso degli ultimi anni la LAV si è battuta duramente per tutelare gli animali sfruttati come cavie e finora sono oltre 3000 gli esemplari che sono stati salvati dall’associazione. Fra questi non possiamo non ricordare l’emozionante salvataggio di oltre 2000 Beagle destinati alla sperimentazione animale nell’allevamento Green Hill.
Il nuovo decreto rappresenta una piccola vittoria per migliaia di animali terribilmente sfruttati nel nostro Paese. Ma la vera battaglia da vincere resta l’abolizione della sperimentazione animale, visto che le alternative efficaci e non cruente esistono.
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Fonti: LAV/Gazzetta Ufficiale
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