Vi portiamo dentro un canile lager: decine di cani e altri animali rinchiusi in minuscole gabbie arrugginite, tra i loro escrementi

Scoperto in Sicilia, nei pressi di Palermo, un canile/allevamento-lager dove cani, maiali, pecore e conigli sono tenuti in condizioni pessime. Si attende ora il sequestro da parte della magistratura e la richiesta di affido per poter salvare gli animali e ricollocarli in rifugi e santuari

Cani legati h24 a catena tanto corta da non potersi nemmeno sedere, altri rinchiusi in anguste gabbiette arrugginite. E poi conigli stipati in gabbie microscopiche tra i loro escrementi e ancora pecore, capre, maiali e una cucciolata di simil-razza Cirneco dell’Etna tra il degrado generale.

Queste sarebbero le condizioni in una struttura lager fatiscente a 50 km da Palermo in cui tantissimi animali domestici e cosiddetti “da reddito” sono stati trovati detenuti in condizioni disumane. L’inferno dev’essere così, ma questo lager è alla luce del sole.

A denunciare la spaventosa scoperta è Salvatore Libero Barone, volontario siciliano molto attivo nel mondo animalista, che ha definito questo orrore come “uno dei peggiori lager che abbia mai visto“.

All’interno di questo allevamento raccapricciante sarebbero attualmente presenti: 

  • 40 cani da caccia legati a catena
  • 20 conigli
  • mamma simil-cirneco con cuccioli appena nati
  • 6/7 cani di taglia medio piccola stipati in gabbiette pensili
  • porcellini d’india, quaglie, galline
  • 30 fra pecore e capre
  • un cinghiale di 5 mesi
  • una scrofa enorme con cucciolotti al seguito (2, di 80 kg circa)

Si attenderebbe il disposto il sequestro da parte del magistrato competente, in modo che tutti gli animali possano essere portati via da questo lager. Al momento si trovano ancora lì.

Si spera che le richieste di affido consentano di prelevare immediatamente gli animali senza dover attendere l’esito del processo. Per i cani si cerca urgentemente una sistemazione adeguata su tutto il territorio italiano prima che finiscano dislocati chissà dove e che se ne perdano le tracce.

Per gli animali “da reddito” la situazione è più complessa. Andrebbero trasferiti in santuari in quanto non possono, per fortuna, essere macellati. Tuttavia vi è il rischio che si proceda con l’abbattimento. Barone si è da subito attivato per scongiurare questa possibilità.

Quest’angosciante realtà è, purtroppo, solo uno delle tante, troppe che continuano a esistere nel nostro Paese. Ecco perché il fenomeno va documentato e denunciato per poter essere arginato un giorno, si spera.

Fonte: Salvatore Libero Barone/Facebook

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