Attraverso i fondi della Pac (Politica agricola comune) l’Unione Europea sta incentivando il settore delle corride, basato sullo sfruttamento e la sofferenza dei tori.
La corrida rappresenta una delle tradizioni più cruente e disumane in assoluto, ma invece di disincentivare questa pratica l’Unione europea continua a finanziarla, seppur indirettamente. A denunciarlo sono un gruppo di attivisti spagnoli e di eurodeputati dei Verdi che puntano il dito contro la PAC (Politica agricola comune dell’Ue), che prevede delle sovvenzioni milionarie anche per gli allevatori dei tori che poi vanno incontro a un terribile destino nelle arene.
Già nel 2015 diversi deputati europei avevano votato a favore del blocco dei fondi agricoli a sostegno della corrida, ma a nulla sono valsi gli appelli. I finanziamenti per l’agricoltura nascono con l’obiettivo di sostenere i contadini e mantenere in vita l’economia rurale, ma di fatto stanno incentivando un settore che sfrutta gli animali e li sottopone a vere e proprie torture.
L’eurodeputato portoghese Francisco Guerreiro, impegnato da anni nella lotta contro le corride, ha descritto i fondi europei della PAC come “una bombola di ossigeno che aiuta continuamente questo settore a rimanere a galla”.
Lo stop alla sovvenzioni europee darebbe un colpo di grazia all’industria delle corride, messa in ginocchio a causa della pandemia che ha portato alla cancellazione per ben due anni consecutivi di eventi celebri e molto partecipati come il festival di Pamplona (che purtroppo quest’anno si svolgerà regolarmente).
Nonostante questo tipo di manifestazioni siano ormai sempre meno popolari, le associazioni di
allevatori di tori di Spagna, Francia e Portogallo continuano a difendere le loro attività (circa 1000 in totale), vitali per le corride corride su tutto il territori europeo.
“Sebbene siamo completamente d’accordo con gli eurodeputati nella loro indignazione morale e in quello che stanno cercando di fare, le vie legali per farlo sono piuttosto difficili. Anzi, direi che sono impossibili” sottolinea Joe Moran dell’organizzazione per la difesa degli animali Eurogroup for Animals.
Per tagliare i fondi servirebbe una legge che vieti l’allevamento dei tori a questi scopi e che metta al bando definitivamente la corrida.
La posizione degli allevatori
Dal canto loro gli allevatori di tori si scagliano contro le associazioni animaliste, parlando di discriminazioni nei loro confronti.
È totalmente discriminatorio legare il destino di questi bovini alla ricezione dei fondi pubblici –ha dichiarato ai microfoni del Guardian Antonio Bañuelos, presidente dell’Unión de Criadores de Toros (che riunisce oltre 300 allevatori). – Migliaia di tori muoiono ogni giorno in circostanze più dolorose, ma tutti pensano solo alla corrida, bersaglio facile perché sempre sotto i riflettori.
Inoltre, gli allevatori fanno leva sul fatto che il loro settore ha un impatto minore sull’ambiente rispetto a all’allevamento di maiali, mucche o pecore.