Salvare specie in estinzione è possibile, parola di Carl Jones, il biologo che dagli anni Settanta, porta avanti una personale battaglia a sostegno degli animali che viene giudicata però molto controversa, ecco perché.
Ecco perché salvare una specie in estinzione è possibile
Salvare specie in estinzione è possibile, parola di Carl Jones, il biologo che dagli anni Settanta, porta avanti una personale battaglia a sostegno degli animali che viene giudicata però molto controversa, ecco perché.
Nel 1975 alle Mauritius erano rimasti solo pochi esemplari di echo e così anche di altri volatili, nel 2007 i pappagalli sono arrivati a quota 330 (da 12) e la specie è stata declassificata da “criticamente minacciata” a “minacciata”, un risultato straordinario e il primo di questo genere per i pappagalli.
Com’è successo tutto ciò?
Carl Jones era arrivato alle Mauritius che aveva appena 24 anni, lavorava come attivista nella BirdLife International per salvare il gheppio, il dodo e altri mammiferi, uccelli, pesci e rettili che con il tempo erano diventate specie minacciate d’estinzione.
In poco tempo, il biologo è riuscito a risanare la popolazione vincendo l’Oscar degli ambientalisti per aver trovato il modo di salvaguardare non solo il dodo, ma anche l’echo e altri tipi di pappagallini.
“Dobbiamo prendere consapevolezza di ciò che sta accadendo, ma tutte le specie sono salvabili, inutile nascondersi dietro i clichè”, spiega Jones.
Ma come si salvano le specie?
“È molto facile. Non è affatto un segreto. Gli animali devono innanzitutto essere parte della tua vita, devi vivere vicino a loro, sviluppare l’empatia con la fauna selvatica, come ho fatto con il gheppio che rischiava di scomparire”, continua il biologo.
Sin da bambino, Jones curava gli animali che trovava feriti in giardino e quando ha saputo del lento declino del gheppio ha capito che avrebbe dovuto fare qualcosa per salvarlo. Ma il suo metodo di conservazione non piace proprio a tutti perché prevede che gli animali siano allevati in cattività e incoraggiati alla riproduzione.
Con il tempo, ha sperimentato poi metodi fai da te come quello di togliere le uova da un gheppio, allevarli in incubatrice per incoraggiare le femmine a deporre una seconda covata.
Per questo c’è reticenza nei suoi confronti, perché una parte di esperti sostiene che non si dovrebbe interferire con la natura, tuttavia il suo metodo attualmente ha dato buoni frutti e alcune specie effettivamente sono diventate molto più numerose.
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Dominella Trunfio