Un rapporto rileva che il 30% di specie autoctone è in declino per via della perdita di habitat, agricoltura intensiva e crisi climatica.
Un nuovo rapporto rileva che il 30% delle specie autoctone è in declino a causa della perdita di habitat, dell’agricoltura intensiva e della crisi climatica. In Italia a rischio 1 specie su 8
Il rondone e il beccaccino comune, ma anche il corvo comune e la tortora: specie di uccelli che stanno scivolando verso l’estinzione in Europa. Dalle Azzorre, a ovest, fino agli Urali, a est, gli uccelli che sono stati i capisaldi degli ecosistemi europei ora stanno scomparendo.
A dirlo è BirdLife International che ha appena pubblicato l’European Red List of Birds 2021, che si basa sull’osservazione di 544 specie di uccelli autoctoni in oltre 50 Paesi e territori in Europa secondo le categorie e i criteri della Lista Rossa IUCN applicati a livello regionale.
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Tre specie si sono estinte a livello regionale in Europa dall’ultimo rapporto nel 2015: il gallo cedrone di Pallas, la quaglia comune e lo strillozzo di pino. E una specie di uccelli su cinque è ora a rischio.
In totale, il 30% delle specie valutate mostra un declino della popolazione, secondo le osservazioni di migliaia di esperti e volontari che lavorano in 54 Paesi e territori. A livello europeo, il 13% degli uccelli è minacciato di estinzione e un ulteriore 6% è quasi minacciato.
I risultati sono allarmanti, ma non siamo sorpresi – afferma Anna Staneva, capo ad interim della conservazione, BirdLife Europa e Asia centrale.
Le tendenze chiave purtroppo fanno eco ai risultati delle tre precedenti pubblicazioni della Lista rossa, nel 1994, 2004 e 2015, che mostrano un calo che continua senza sosta. I dati si basano su milioni di osservazioni fatte dal 1980.
Il tempo sta per scadere. Non vogliamo vedere i drammatici cambiamenti che stiamo vedendo accadere nei prossimi cinque o 10 anni, ha detto Staneva.
Lo studio
Una specie di uccelli su 5 in Europa è minacciata o quasi minacciata di estinzione e 1 specie di uccelli su 3 in Europa è diminuita negli ultimi decenni. A essere i più minacciati sono gli uccelli marini, uccelli selvatici, trampolieri e rapaci sono i gruppi di uccelli più minacciati e in più rapida diminuzione in Europa.
Gli habitat marini, i terreni agricoli, le zone umide e le praterie sono gli habitat con le specie più minacciate o in declino, mentre la maggior parte delle specie di allodole, zigoli e averle sta diminuendo. Infine, 71 specie (13%) sono minacciate (CR, EN, VU) in Europa e altre 35 specie (6%) sono quasi a rischio; 5 specie sono ancora estinte a livello regionale.
Anche gli uccelli migratori sono in pericolo: un terzo delle 121 specie migratrici sub-sahariane e un terzo delle specie migratrici parziali sono in calo a causa dei cambiamenti climatici e del deterioramento o alterazione dell’habitat. Tra le specie in forte declino la damigella di Numidia (- 50%, presente principalmente in Russia e Ucraina), che passa dalla categoria “a minor preoccupazione” a “in pericolo”, il rondone comune e persino il corvo comune.
E in Italia?
La Lista Rossa Europea conferma la già preoccupante situazione emersa sei anni fa:
1 specie di uccelli su 8 minacciata di estinzione, per un totale di 71 specie, delle quali 8 “in pericolo critico” (tra cui pavoncella gregaria, berta delle baleari, aquila delle steppe, zigolo dal collare, folaga cornuta), 15 “in pericolo” e 48 “vulnerabile”. In quest’ultima categoria entra la passera d’Italia, specie una volta molto diffusa ma per la quale da anni si registravano da anni cali marcati in molte zone del paese. 34 infine le specie “quasi minacciate”. Cinque, invece, le specie già estinte: il sirratte, l’ibis eremita, l’aninga africana, la quaglia tridattila, lo zigolo golarossa, dicono dalla Lipu, partner italiano di BirdLife.
La Lipu evidenzia inoltre che nel nostro Paese sono tre le specie ancora cacciabili che sono state classificate in una posizione più sfavorevole rispetto al 2015, passando da “a minor preoccupazione” a “quasi minacciate”: la moretta, la pernice rossa e la quaglia, per le quali occorrerebbe attuare con urgenza politiche di tutela.
La nuova Lista rossa, insomma, evidenzia come ancora oggi ben una specie su 8 sia minacciata e, analizzando le 544 specie presenti in Europa, 37 di esse sono state riclassificate in una categoria di rischio di estinzione più alta rispetto alla Lista rossa del 2015.
Quello che rimane necessario e urgente, concludono dalla Lipu, è un potente cambio di rotta nella direzione indicata dalla Strategia europea per la biodiversità al 2030, che preveda un nuovo e più sostenibile modello agricolo europeo, di gestione del territorio, di politiche di tutela e ripristino degli habitat, senza i quali il declino della biodiversità non potrà essere arrestato e invertito. Fondamentale, in tal senso, sarà il Piano italiano per la Transizione ecologica, che dovrà recepire tutti gli obiettivi europei sulla biodiversità ed essere concretamente efficace,
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