Ogni anno milioni di uccelli muoiono per avvelenamento da piombo utilizzato nelle cartucce da caccia

Ogni anno, milioni di uccelli muoiono avvelenati dal piombo legato alla caccia. Una strage silenziosa che minaccia gravemente la biodiversità

Ogni anno, milioni di uccelli muoiono avvelenati dal piombo legato alla caccia. Una strage silenziosa che minaccia gravemente la biodiversità e la nostra salute. Le munizioni disperdono nell’ambiente miliardi di pallini di piombo che causano la morte indiretta di milioni di uccelli in tutto il mondo (un milione solo nelle zone umide Europee), inquinando gli ecosistemi e minacciando la salute umana.

A lanciare l’allarme è il WWF nel suo report “Cartucce avvelenate” ricordando che il piombo è un metallo altamente tossico, tanto da essere stato bandito da tutti i prodotti di consumo come benzina, vernici, tubature.

Eppure ancora oggi tra le 1400 e le 7800 tonnellate vengono rilasciate ogni anno solo nelle Zone Umide d’Europa. In Europa è stato calcolato anche il danno economico provocato da questa forma di inquinamento dell’ambiente naturale: 105 milioni di euro l’anno per la mortalità indiretta provocata dalla caccia sulla fauna europea. Bastano infatti 2-3 pallini ingeriti per uccidere un uccello di media taglia. I volatili muoiono per intossicazioni o per pericolose disfunzioni del sistema immunitario e riproduttivo.  Gli animali uccisi dal piombo sono tanto le specie acquatiche cacciabili (come mestoloni, marzaiole, codoni, alzavole, germani reali), quanto quelle non cacciabili e protette come fenicotteri, rapaci e avvoltoi, molti dei quali di importanza comunitaria (tutelati dalla Direttiva “Uccelli”).

“Gli uccelli acquatici e gli uccelli terresti granivori assumono direttamente i pallini di piombo che giacciono sul terreno (ingestione primaria) perché sono soliti ingerire sassolini (in gergo, “grit”) per favorire la frantumazione del cibo nello stomaco. I rapaci sono invece esposti al piombo quando si nutrono di una preda avvelenata per ingestione primaria o colpita da un cacciatore (ingestione secondaria)”, si legge nel report.

cartucce avvelenate

@WWF

Piombo, l’impatto sull’uomo

Il piombo, rappresenta un problema non solo per animali e altri organismi. Ha il potere di bioaccumularsi, di entrare nelle catene alimentari e nel ciclo dell’acqua. I danni sono spesso irreversibili: si accumula negli organi (cervello, fegato, reni) e può persistere fino oltre 30 anni, ha degli effetti irreversibili sul cervello e può passare dalla madre al feto. I bambini sono i soggetti più vulnerabili: su di loro il piombo provoca danni irreparabili al sistema nervoso e in particolare al cervello, con conseguente perdita di udito e riduzione del deficit di apprendimento e del quoziente d’ intelligenza (IQ). Il piombo che contamina le falde acquifere entra nella catena alimentare, così come la carne di animali contaminati da piombo e dalla cartuccia al piatto il passo è breve.

“Per riassumere potremmo dire che l’uomo subisce una triplice esposizione all’inquinamento da piombo di origine venatoria: mangiando animali che, attraverso le catene alimentari, hanno accumulato piombo nei loro tessuti; mangiando selvaggina con presenza di micro frammenti di piombo; bevendo acque da falde acquifere in cui si è accumulato il metallo pesante disperso durante l’attività di caccia”, si legge ancora nel report.

Una volta assorbito dal nostro organismo, il piombo è trasportato dal sangue e distribuito a cervello, fegato, reni e nelle ossa, dove può accumularsi e persistere per tempi molto lunghi (fino a oltre 30 anni). Secondo la World Health Organization e l’European Food Safety Authority (EFSA 2013) non ci sono livelli di piombo sicuri per la nostra salute. Gli effetti del piombo sul nostro organismo sono numerosi e spesso irreversibili.

Negli adulti, la tossicità dovuta a contatti ripetuti a basse dosi (esposizione cronica) causa malattie cardio-vascolari con aumento della pressione del sangue e danni (tossicità) renali. I bambini sono più vulnerabili degli adulti se esposti al piombo. Innanzitutto, il cervello è più a rischio durante il periodo dello sviluppo che non in età adulta, perché la barriera esistente tra sangue e cervello (barriera ematoencefalica) funziona in modo diverso e permette al piombo di raggiungere più facilmente il suo “bersaglio”.

Gli effetti tossici più importanti sono quindi sul sistema nervoso (neurotossicità). Inoltre, a parità di quantità di piombo presente nell’ambiente, i bambini sono generalmente più esposti per i loro comportamenti tipici: portarsi alla bocca sia le mani sia gli oggetti, aumentando la possibilità di ingestione di polvere e particelle di suolo contaminate da piombo. Nei bambini un’esposizione ripetuta a dosi basse causa: progressiva perdita dell’udito, affaticamento e lentezza cronica, deficit dell’apprendimento e quoziente di intelligenza (QI) ridotto. Gli effetti sul cervello dei bambini sono irreversibili e si verificano a dosi di esposizione più basse rispetto a quelle che provocano effetti tossici negli adulti.

L’Italia ha ratificato nel 2006 un Accordo internazionale (Agreement on the Conservation of African-Eurasian Migratory Waterbirds – AEWA) nel quale si prevedeva che le parti contraenti sopprimessero l’uso del piombo per la caccia nelle zone umide entro il 2000. Nel 2014 la Convenzione di Bonn aveva deciso di bandire il piombo dalle munizioni per scopi venatori. Anche la comunità scientifica si è schierata in occasione della COP11: un ampio panel di ricercatori raccomandava di eliminare gradualmente da tutti gli habitat l’uso di munizioni di piombo t con alternative non tossiche entro il 2017.

“È tempo di adeguarsi finalmente alle conoscenze scientifiche e alle regole internazionali – ha commentato Isabella Pratesi, direttore Conservazione del WWF Italia – e sostituire quanto prima le munizioni di piombo con altre leghe non tossiche, non solo nelle Zone di Protezione Speciale. È quindi fondamentale che il Parlamento Europeo, che in questi giorni sta esaminando una nuova proposta relativa alle munizioni al piombo negli ambienti terrestri, la voti senza indugio estendendola anche agli ambienti marini” .

Anche l’Italia deve fare un passo in avanti adeguandosi all’Accordo AEWA e, anticipando la legge che l’Unione europea si appresta ad approvare, emanare subito una legge che vieti il piombo nelle munizioni da caccia in tutte le zone umide italiane e nelle aree limitrofe per almeno cento metri. Il WWF Italia chiede che l’Italia vada oltre e vieti l’ utilizzo e il possesso delle munizioni da caccia contenenti piombo in tutte le aree dove si svolge l’attività venatoria, in tutte le forme dalla prossima stagione venatoria 2021/22. I cacciatori hanno tutto il tempo di smaltire ora le vecchie cartucce e prepararsi per la prossima stagione “lead free”. In questo periodo drammatico per la salute nel mondo almeno cerchiamo di eliminare queste inutili forme di inquinamento.

Fonte: WWF “Cartucce avvelenate”

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