Sta facendo discutere la drammatica vicenda del cavallo morto, trovato in un lago di sangue in una delle vie principali di Messina, dopo aver aver avuto un incidente col calesse. Si indaga sull'accaduto: potrebbe trattarsi di un purosangue sfruttato per le corse clandestine
Sull’asfalto, senza vita, immerso in una pozza di sangue: così è stato trovato lo scorso giovedì – alle prime luci dell’alba – un povero cavallo in via Catania, a Messina. Una scena macabra che ha suscitato grande indignazione fra gli gli abitanti e le associazioni animaliste, che hanno chiesto risposte chiare su quanto successo.
Grazie alle immagine delle telecamere della zona, è subito emerso che l’animale aveva sbattuto con violenza contro un cartellone pubblicitario. Poi gli inquirenti sono riusciti a ricostruire il quadro. L’animale deceduto si chiamava “Siciliano bello” ed era un purosangue irlandese che aveva corso per l’ultima volta (almeno ufficilmente) lo scorso anno, a ottobre, a Siracusa.
Le forze dell’ordine sono quindi risaliti al proprietario dell’equino (dotato di microchip), un cittadino residente a Catania, e al suo custode, un ragazzo messinese che il giorno dell’incidente si trovava su un calesse trainato dall’equino. La carrozza, però, oltre la rotatoria del viale Europa, si è staccata improvvisamente e il cavallo si è lanciato in un’ultima folle corsa per strada, che si è rivelata fatale. Il giovane sarà denunciato per maltrattamento di animali, mentre non è stata trovata alcuna traccia del calesse utilizzato.
Adesso bisognerà accertare se il cavallo era sotto effetto di sostanze dopanti e se veniva sfruttato per le gare clandestine, visto che poco lontano dall’animale morto è stata ritrovata una maschera da corsa.
Il sospetto legato alle corse clandestine
Purtroppo non è una novità che in città come Catania e Messina, la pratica delle corse clandestine di cavalli è molto radicata. Si tratta di un business illegale – oltre che crudele – su cui spesso mette le mani la criminalità organizzata, come emerso da numerose indagini.
“Non è la prima volta che accadono fatti simili: nell’aprile del 2011 un cavallo morì a seguito delle ferite riportate in uno scontro con auto parcheggiate dopo una corsa disperata. Saranno le indagini a stabilire le cause e le responsabilità di questo nuovo caso, ma il sospetto che il cavallo sia stato utilizzato in una corsa clandestina o in attività di allenamento funzionale alle gare illegali, è molto forte, viste le modalità del fatto e il contesto in cui si è verificato” commenta Ciro Troiano, criminologo e responsabile Osservatorio Nazionale Zoomafia LAV, che chiede l’inasprimento delle pene per questi reati.
Sulla raccapricciante tragedia verificatasi nella città siciliana è intervenuta anche la senatrice Dafne Musolino con parole di rabbia e disgusto:
Questa “moda” messinese delle corsette all’alba dei cavalli è crudele oltre che illegale. Quanti cavalli abbiamo sequestrato con il Comandante Giardina, trovandoli custoditi in stalle improvvisate e abusive lungo i torrenti o nel mezzo di campagne abbandonate! Chi ama gli animali non li sfrutta, non li droga per farli andare più veloci e di certo non li fa correre sull’asfalto consumando i loro zoccoli e causando tendiniti e lesioni articolari.
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Fonti: LAV/Horse Angels
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