Arrivano da Ungheria, Slovacchia, Polonia, Romania, Repubblica Ceca, sono cani e gatti che varcano i confini nazionali spesso già morti o, nella “migliore” delle ipotesi, comunque malati. Sono clandestini, hanno documenti falsi, non vengono vaccinati, nemmeno contro la rabbia.
Cuccioli desiderati, acquistati, pagati profumatamente. Magari solo per soddisfare una voglia, un capriccio per poi abbandonarli una volta cresciuti, uno al minuto secondo le statistiche. Ma spesso dietro l’acquisto di quei teneri batuffoli si nasconde un vero e proprio traffico, quello dei cuccioli venuti dall’Est Europa, tolti prematuramente alle madri, quindi con poche difese immunitarie, sottoposti a infernali viaggi nascosti in angusti bagagliai, imbottiti di farmaci per farli sembrare sani all’acquirente.
Arrivano da Ungheria, Slovacchia, Polonia, Romania, Repubblica Ceca, sono cani e gatti che varcano i confini nazionali spesso già morti o, nella “migliore” delle ipotesi, comunque malati. Sono clandestini, hanno documenti falsi, non vengono vaccinati, nemmeno contro la rabbia.
Sulle loro spalle, pesa un vorticoso giro d’affari controllato da vere e proprie organizzazioni criminali, brutali, spietate. Il valore di mercato di un cucciolo importato dall’Est può aumentare fino a 7 volte, con un business annuo stimato in 300 milioni di euro. Un cane di razza in questi Paesi viene venduto a 200 Euro, ma lo stesso cane, naturalizzato italiano, costa fra i 500 e i 1500 euro. Un ricavo enorme che giustifica il sistema di falsificazione, un racket con una lunga rete di connivenze.
Ma contro il reato di traffico di cuccioli dall’Est Europa, è stato redatto il primo Manuale “Procedure per l’esecuzione dei controlli nella movimentazione comunitaria di cani e gatti”, realizzato da Ministero della Salute, LAV e FNOVI in collaborazione con la Polizia di Stato, con il patrocinio dei Ministeri degli Affari Esteri e del Turismo. Presentato questa mattina presso il Ministero degli Affari Esteri, nel corso di una conferenza stampa, il Manuale ha lo scopo di ottimizzare le attività di contrasto di questa tratta e l‘applicazione della Legge 201/201.
Questa legge aumenta le sanzioni e introduce il nuovo reato di “Traffico illecito di animali da compagnia”: chiunque, al fine di procurare a sé o ad altri un profitto, reiteratamente o tramite attività organizzate, introduce, trasporta, cede o riceve cani o gatti privi di sistemi di identificazione individuale (microchip o tatuaggio) e delle necessarie certificazioni sanitarie, e non muniti, ove richiesto, di passaporto individuale è punito con la reclusione da tre mesi a un anno e la contestuale multa da 3.000 a 15.000 euro. Un’aggravante è prevista se i cani o i gatti introdotti illecitamente sono cuccioli di età accertata inferiore a dodici settimane o provengono da zone sottoposte a misure restrittive di polizia veterinaria.
“Il Manuale -spiega Roberto Bennati, vicepresidente della Lav- fornisce la conoscenza del complesso quadro normativo che regola gli scambi commerciali di questi animali tra Paesi UE e la loro introduzione sul nostro territorio”. Strutturato in maniera schematica, si compone di una parte che descrive le disposizioni relative alla movimentazione di cani e gatti all’interno dei Paesi dell’Unione Europea e verso l’Italia e di una serie di tabelle che riportano sinteticamente le fattispecie di reato nel caso di sanzioni penali, o la descrizione dell’illecito nel caso di sanzioni amministrative.
“Negli ultimi anni la movimentazione illecita di cuccioli di cane e gatto è fortemente cresciuta, rendendo necessari interventi normativi specifici: il Manuale costituisce lo strumento pratico affinché le norme trovino piena applicazione sul campo”, aggiunge Ilaria Innocenti, responsabile LAV settore Cani e Gatti.
Uno squallido business illegale in cui esseri viventi indifesi sono ridotti a merce su cui lucrare, senza scrupoli. Un traffico ancor più insensato se si pensa ai tanti cani che aspettano solo di trovare un padrone amorevole dietro le grate di un canile.
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