Caccia con arco e frecce a caprioli, daini e camosci e uso di munizioni al piombo. È quanto stabilito da una proposta di legge all'ordine del giorno del Consiglio della Regione Liguria
Caccia con arco e frecce a caprioli, daini e camosci e uso di munizioni al piombo. È quanto stabilito da una proposta di legge all’ordine del giorno del Consiglio della Regione Liguria.
“Tempo di elezioni regionali e tempo di marchette elettorali in Liguria”, tuona l’Enpa, ricordando i pronunciamenti del TAR ed i pareri scientifici dell’ISPRA circa la pericolosità del consumo con cottura di carni di ungulati contenenti minuscoli frammenti di piombo delle munizioni, il cui uso era stato sospeso due volte.
Oltre a questo pericolo per la salute dei consumatori sull’uso del piombo, si aggiunge l’autorizzazione a cacciare con arco e frecce caprioli, daini e camosci. Purtroppo infilare una freccia nel corpo di un grosso animale come un cervide quasi mai lo ucciderà subito o rapidamente, ma lo condannerà ad una agonia lenta ed atroce.
Se l’animale non morirà subito, infatti, si allontanerà con la freccia nel corpo, andando incontro a una morte per dissanguamento o da ferita infetta. Come è accaduto nel 2010 a Finale Ligure (SV), quando i volontari della Protezione Animali soccorsero una giovane cinghialina che era stata colpita da un bracconiere con una freccia.
L’animale era riuscito a fuggire, malgrado il dardo fosse conficcato profondamente nella schiena e gli avesse perforato i polmoni, e si era trascinato per giorni, fino a giungere per fortuna vicino ad una casa. Qui è stato trovato e segnalato ai volontari dell’ENPA, i cui veterinari purtroppo non poterono fare altro che sottoporlo ad eutanasia per abbreviarne l’ormai inevitabile agonia.
Secondo l’ENPA savonese, è ignobile che si voglia autorizzare un tipo di caccia che è un’autentica tortura e si appella ai consiglieri regionali affinché non approvino questa ennesima barbarie “a beneficio di qualche decina di patetici Robin Hood al contrario, che rubano la vita a poveri animali per un crudele passatempo”.
Forse è il caso di ribadire che i cittadini italiani aborrano la caccia in ogni sua forma. Secondo l’ultimo rapporto Eurispes ben il 74,3% di loro è contrario.
Roberta Ragni
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