Sapevate che l'80% del tonno rosso pescato in Italia finisce in Giappone? Ma allora quale tonno arriva sulle tavole italiane? A fare nuova luce sulla questione è stato il programma Presa Diretta. Un tema spinoso e più volte affrontato su GreenMe.it
Sapevate che l’80% del tonno rosso pescato in Italia finisce in Giappone? Ma allora cosa arriva sulle tavole italiane? A fare nuova luce sulla questione è stato il programma Presa Diretta. Un tema spinoso e più volte affrontato su GreenMe.it.
Secondo l’inchiesta trasmessa ieri, nel nostro paese consumiamo il tonno a pinna gialla sottovuoto decongelato e pescato nell’oceano Indiano o Pacifico. Senza contare che il 70% del tonno che gira in Italia è ricco di additivi.
Sappiamo bene che il tonno rosso è a rischio estinzione. Per questo sono state fissate delle quote acquistate dagli armatori. L’Italia può pescarne 2.300 tonnellate.
Ma che fine fanno i tonni che popolano le acque italiane? A raccontarlo è Lisa Iotti. Il 90% dei tonni rossi presi in Sardegna a Carloforte, l’ultima tonnara fissa, non arriverà mai sulle nostre tavole. Viene portato a Malta e qui viene prima allevato e poi venduto.
L’immagine che segue mostra un rimorchiatore maltese dotato di gabbie galleggianti che vengono riempite nelle acque italiane per poi partire alla volta di Malta.
Ecco le stazioni di arrivo dei tonni rossi, davanti le coste maltes. Le gabbie ospitano da 800 a 3000 tonni, ingrassati con mangime (120 tonnellate al giorno) costituito da pesce azzurro, aringhe e sardine provenienti da Spagna, Olanda e Marocco.
Secondo PresaDiretta, il più grande imprenditore-allevatore maltese Charles Azzopardi ingrassa 18.000 tonni e li vende tutti ai giapponesi. Questi ultimi comprano circa l’80% del tonno rosso del Mediterraneo, destinandolo al mercato del sushi di Tokyo, dove viene venduto a un costo 10 volte maggiore rispetto a quello di acquisto.
E in Italia chi ha il mercato del tonno rosso in mano? Sono 12 e quasi tutti i campani gli armatori che hanno comprato le quote e che catturano in mare aperto i tonni da vendere agli allevamenti di Malta. In pochi giorni, essi riescono a catturare fino a 4000 tonni vivi al giorno.
Ma c’è un altro scandalo raccontato dai pescatori. Il tonno rosso pescato fuori quota non sempre viene gettato in mare:
“Invece di essere trattato come prevedono le severe norme igienico sanitarie, viene velocemente tagliato in tanti pezzi, nascosto in blocchi nascosti negli anfratti del peschereccio pronti per essere venduti abusivamente”.
E le conseguenze le abbiamo già sperimentate con le intossicazioni alimentari.
Il 26 maggio scorso, il Commissario europeo per l’ambiente ha annunciato che grazie alle quote il tonno rosso sta ricominciando a crescere nei nostri mari. Così la quota è stata aumentata del 20%.
Cifra che sarà certamente destinata ad incrementare i mercati giapponesi.
Francesca Mancuso
Foto: PresaDiretta
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