La pelle sintetica potrebbe mettere la parola fine ai test cosmetici sugli animali. Intanto la Lav questa mattina ha continuato a far sentire la propria voce
Non più test cosmetici sugli animali, ma sulle pelli artificiali. Forse prendendo spunto dalle numerose proteste delle associazioni ambientaliste, un team internazionale di studiosi ha dimostrato che le pelli sintetiche già disponibili potrebbero presto sostituire quelle degli animali, utilizzate nei test cosmetici.
Ad annunciarlo sono stati il professore Bhushan della Ohio State University e Wei Tang, ingegnere presso l’Università della Cina, che hanno verificato l’ipotesi confrontando la risposta delle pelli sintetiche con quelle della pelle dei ratti, trattandole entrambe con la stessa crema. Ebbene, la risposta delle due differenti pelli al trattamento è stata molto simile.
Esaminando le immagini ad alta risoluzione dei risultati, i due studiosi hanno inoltre notato che il campione di pelle sintetica e quello del ratto avevano numerose somiglianze anche considerando scale microscopiche.
Oltre alla tutela degli animali, cosa non di poco conto, i risultati hanno importanti implicazioni anche per il trattamento delle vittime di ustioni, poiché la pelle sintetica potrebbe diventare in alcuni casi una potenziale sostituta di quella ustionata. Come sappiamo, l’uso di pelle di animale ha delle implicazioni etiche, oltre che delle difficoltà materiali. A spiegarlo a Physorg.com è stato lo stesso Bharat Bhushan professore di ingegneria meccanica presso la Ohio State University: “In aggiunta alle questioni etiche, la pelle animale è difficile da ottenere, è costosa e fornisce risultati molto variabili a causa della variabilità individuale della pelle“.
Da qui l’idea di lasciare in pace i poveri animali, cercando soluzioni alternative, come la pelle sintetica, che nei test mostrava comunque di mantenere la propria struttura e consistenza anche dopo essere stata sottoposta alla luce del sole o alla pioggia.
Sarà sicuramente soddisfatta la Lav, che nel corso del mese di aprile ha attivato una petizione proprio per chiedere alle autorità comunitarie di rispettare il limite del 2013 per la messa al bando dei test cosmetici sugli animali. Intanto, proprio questa mattina davanti all’ingresso del Centro Europeo di ricerca per la validazione dei metodi alternativi (ECVAM) di Ispra (Varese), l’associazione ha esposto uno striscione in italiano e inglese: “I cosmetici hanno una data di scadenza, l’Europa deve rispettarla – Say no to cruel cosmetics in UE. Meet the 2013 deadline“.
Nella speranza che tale pratica possa presto diffondersi, l’augurio è che un numero sempre maggiore di persone scelga prodotti cosmetici cruelty free. Non perdetevi la guida su come riconoscere i cosmetici non testati sugli animali.
Francesca Mancuso