Non c'è pace per gli animali dell'Adriatico. Ferita da ami, colpite da arpioni o remi, incastrate in reti da pesca. Sono ben 7 le tartarughe marine rinvenute morte nell'arco di solo un mese sul tratto della costa che va da Termoli, in Molise, a Lesina, in Puglia
Non c’è pace per gli animali dell’Adriatico. Ferite da ami, colpite da arpioni o remi, incastrate in reti da pesca. Sono ben 7 le tartarughe marine rinvenute morte nell’arco di solo un mese sul tratto della costa che va da Termoli, in Molise, a Lesina, in Puglia.
Quali potrebbero essere le cause di queste stragi? Si tratta di morti collegate al tragico spiaggiamento dei capodogli sul vicino lungomare di Vasto? Per Pasquale Salvemini, responsabile del Wwf e del Centro recupero tartarughe marine di Molfetta, la colpa è chiara ed è delle attività legate alla pesca.
Lo dice chiaro e tondo alla testata locale Primonumero.it: per via della pesca a strascico le tartarughe restano impigliate tra le reti e vanno sotto sforzo.
“Le tartarughe potrebbero essere finite contro una scogliera o, in alcuni casi, i pescatori potrebbero avere usato un remo per stordire le tartarughe finite nelle grosse reti“.
Salvemini ha invece escluso qualsiasi collegamento con le ricerche. Restano da considerare, infine, l’inquinamento da plastica in mare e da scarichi illegali nelle foci dei fiumi. Insomma, in ogni caso non c’è dubbio che sia l’uomo a uccidere le tartarughe.
Roberta Ragni
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