Ha una bizzarra cresta verde che la fa sembrare una punk. Uno sguardo spiritato e comico ma purtroppo una vita difficile. È la tartaruga “Mary River” o del del fiume Mary ed è stata inserita nella lista delle specie a rischio estinzione dalla Zoological Society of London (ZSL)
Ha una bizzarra cresta verde che la fa sembrare una punk. Uno sguardo spiritato e comico ma purtroppo una vita difficile. È la tartaruga “Mary River” o del del fiume Mary ed è stata inserita nella lista delle specie a rischio estinzione dalla Zoological Society of London (ZSL).
Secondo l’ultimo aggiornamento, molti rettili stanno sparendo a vista d’occhio dal pianeta Terra. Tra questi la tartaruga il cui nome scientifico è Elusor macrurus.
Questa creatura che vive in Australia non è solo caratteristica per via del suo ciuffo di “capelli” verdi ma ha numerose altre capacità. Respira infatti attraverso la cloaca, un foro che si trova vicino alla coda, utilizzato anche per la riproduzione e per espellere gli escrementi.
In sostanza, utilizza l’organo riproduttivo per respirare e defecare sott’acqua. Ovviamente una ragione c’è. Grazie a questa capacità, riesce a rimanere immersa fino a 72 ore.
Si tratta di una grande tartaruga d’acqua dolce endemica del fiume Mary nel Queensland, in Australia. È lunga da 34 a 42 cm e il suo habitat è costituito da parti del fiume poco profonde e aerate. Impiega un tempo eccezionalmente lungo per raggiungere la maturità sessuale, con individui che non si riproducono prima dei 25 anni. Per 20 anni è stata allevata come animale domestico in Australia prima che fosse riconosciuta come nuova specie.
Questa tartaruga ha caratteristiche altamente distintive, sia morfologicamente che evolutivamente. È infatti l’unica del suo genere ad essersi separata da tutte le altre specie viventi circa 40 milioni di anni fa. Mettendola a confronto con l’uomo, noi ci siamo “distinti” dai nostri parenti più stretti, scimpanzé e bonobo, meno di 10 milioni di anni fa.
Sfortunatamente, fa parte della Lista Rossa IUCN visto che dal 1970 la popolazione ha subito una serie di bruschi cali.
Cosa ne sta provocando la scomparsa? Indovinate un po’. Secondo la Zoological Society of London, la costruzione di dighe e la raccolta di uova per il commercio di animali domestici ha determinato il calo della specie. Tuttavia, sono in atto vari programmi di conservazione per proteggerla.
Creata per la prima volta nel 2007, questa classifica finora era stata redatta per anfibi, uccelli, coralli e mammiferi, contribuendo a guidare le priorità di conservazione per 100 delle specie più a rischio. A ogni specie è stato assegnato un punteggio che combina il rischio di estinzione con il suo isolamento evolutivo o unicità con l’ultimo elenco supportato da uno studio sulla rivista Plos One.
La tartaruga si trova al 30° posto nella lista dei rettili dell’Evolutionarily Distinct e Globally Endangered (Edge) di ZSL.
In testa alla classifica dei rettili troviamo la tartaruga dalla testa grande del Madagascar, col più alto punteggio di ”vulnerabilità Edge” tra i vertebrati.
A seguire la tartaruga dei fiumi del Centro America e il serpente cieco del Madagascar.
Altre specie inusuali e in via di estinzione includono il boa di Round Island alle Mauritius, l’alligatore cinese, il minuto camaleonte del Madagascar che ha le dimensioni di un francobollo e il gaviale, un coccodrillo d’acqua dolce che si nutre di pesce.
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Francesca Mancuso